
Il dragon boat
Città di Castello, 5 luglio 2025 - Piu’ forti dell’afa e delle temperature di fuoco: a colpi di pagaia per ritrovare il benessere fisico, il sorriso e la speranza. Con coraggio e determinazione le donne operate al seno del gruppo “Farfalle” dell’ Associazione Altotevere Contro il Cancro salgono sul “dragone” della speranza e poi scendono in acqua sul Tevere per allenarsi. Spesso a vigilare da lontano al fresco del cascatelle c’è l’airone “Armandino”, ormai diventato la vera e propria mascotte sempre presente lungo le sponde del fiume. Da nove anni, prima esperienza del genere in Italia, a Città di Castello, ad inizio luglio si rinnova un originale progetto, il “Dragon boat”, la canoa “extra-large” per la riabilitazione post operatoria.
Nella città dei campioni mondiali, Maurizio Bianconi, Mirco Spelli e Carlo Mercati, non poteva mancare la specialità del “Dragon Boat”, canoa da venti posti (della lunghezza di 12 metri e larghezza oltre un metro) che deve il suo nome alla testa di drago sulla punta dell’imbarcazione, e che è particolarmente indicata per la riabilitazione delle donne operate al seno.
Il progetto lo si deve a Rossella Cestini, scomparsa due anni fa (a lungo apprezzato amministratore pubblico locale e regionale, particolarmente attiva nel sociale e nella scuola) ed è nato nel 2016 dalla collaborazione tra Associazione Altotevere Contro il Cancro, Gruppo di auto mutuo aiuto “Farfalle”, Regione, Federazione Italiana Canoa-Kayak, Canoa Club Città di Castello ed Usl Umbria 1, insieme a Comune e Coni Umbria. L’idea è stata quella di mettere a disposizione le strutture del centro federale e campo gara del canoa e portare in acqua, o meglio nel fiume, in una lunga canoa le donne che hanno avuto dei problemi a livello oncologico al seno e sono reduci da interventi chirurgici ed in prossimità di sottoporsi ad un periodo abbastanza lungo di riabilitazione.
“La riabilitazione è importante e ci aiuta a superare l’impressione di essere malate. Allenarsi sulle sponde del fiume e salire nella maxi canoa è un modo per tornare a sentirci sane e condividere il nostro percorso di vita con altre donne e persone che ci sono vicine”, ha dichiarato Daniela Belsoli, battagliera portavoce delle “farfalle” dell’Associazione Altotevere Contro il Cancro, guidata da anni con passione e determinazione dal presidente, Italo Cesarotti, che acquistarono a loro spese la lunga imbarcazione grazie al concreto contributo logistico dell’allora presidente del Canoa Club, Sandro Paoloni.