MICHELE NUCCI
Cronaca

Umbria zona “speciale“. Il Pil destinato a crescere fino a 28 miliardi di euro

L’occupazione annua potrebbe aumentare a 30mila lavoratori. Sindacati e associazioni di categoria: "È una grande opportunità".

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria esprime grande soddisfazione

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria esprime grande soddisfazione

Mentre il dibattito politico sull’ingresso dell’Umbria in Zona economica speciale impazza (c’è chi ritiene sia una grande opportunità e invece chi sentenzia che ormai siamo una regione del Sud Italia), ci sono da fare i conti. Come già spiegato ieri, un euro di investimento in queste aree (che usufruiscono di benefici e sgravi) ne produce in media 2,6. Gli esperti ritengono ci sia una forbice entro la quale questi dati possono tradursi. La previsione è di un aumento annuo del Pil tra il 2,5% e il 4,5%, con il valore che potrebbe salire da 27,5 a circa 28,2 miliardi di euro. Gli scenari parlano di, un incremento degli investimenti privati tra il 10 e il 18%, che si traducono in euro tra i 5,5 e i 5,8 miliardi all’anno. Si stima inoltre che l’occupazione possa aumentare tra i 20 e i 30mila lavoratori e che i costi degli incentivi,per la pubblica amministrazione potrebbero essere contenuti tra i 200 milioni e i 400 milionidi euro annui, con benefici netti superiori al miliardo di euro.

Numerose le reazioni delle associazioni di categoria come detto. "La Camera di Commercio dell’Umbria esprime grande soddisfazione per l’ingresso nella regione Umbria nella Zes che offrirà importanti opportunità di crescita alla regione attraverso una maggiore capacità di attrazione degli investimenti" afferma il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni. "Avevamo indicato la Zes come strumento ideale per il rilancio dell’economia regionale in tempi non sospetti – afferma Achille Manzotti, Cisl Umbria –. Deve essere però chiaro che la Zes non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: è un’occasione che l’Umbria non può lasciarsi scappare per costruire davvero e finalmente strategie economiche che portino al rilancio. Serve un patto per il lavoro: basta puntare i riflettori su capitale e profitto, bisogna praticare sul serio il lavoro dignitoso, non solo parlarne".

"Bene la Zona economica speciale e che l’attuale giunta regionale si sia spesa per questo, ora però chiediamo che si apra al più presto un confronto serio e serrato sulle scelte da attuare con la definizione di tempi e risorse certe", commenta la segretaria generale di Cgil Umbria Maria Rita Paggio. "Il sistema produttivo umbro ha necessità di interventi sostanziali in termini di innovazione tecnologica, transizione digitale ed ecologica che promuovano forme di lavoro qualificato e ben retribuito – aggiunge –, favorendo così la crescita economica, produttiva e sociale della regione e permettendo di arrestare la fuga dei giovani dall’Umbria. Adesso è il tempo dei fatti".