
Una trentina i primi cittadini di Umbria e Toscana che hanno raggiunto la capitale in treno. Incontro con Fs
Derogare alla decisione dell’Autorità per la regolazione dei trasporti secondo cui, a partire da gennaio del 2026, solo i treni che viaggiano ad una velocità superiore ai 200 chilometri orari possono essere indirizzati sulla direttissima. E’ questa la principale richiesta che una delegazione di una trentina di sindaci di Umbria, Toscana e Lazio ha sottoposto ieri ai responsabili di Rete ferroviaria italiana dopo aver raggiunto Roma in treno come segno di protesta. Il documento siglato dai primi cittadini chiede però un impegno preciso ed investimenti mirati anche alle Regioni sui treni veloci, da utilizzare per i collegamenti con la capitale. Una richiesta che è incentrata sull’obiettivo di far viaggiare il trasporto pendolare alla velocità che possa evitare il passaggio di questi treni sulla linea lenta. "Il timore - ha detto la sindaca di Orvieto Roberta Tardani - è che questi cambiamenti, determinati dai lavori in atto sull’alta velocità, finiscano tuttavia per diventare irreversibili, con un enorme danno per migliaia di persone i cui tempi di percorrenza per recarsi al lavoro rischiano di dilatarsi ulteriormente". Si è aperta una fase nei rapporti con Rfi che dovrà vedere ulteriori momento di confronto, ma i sindaci avranno anche nuovi incontri con le tre Regioni interessate. Il documento che rappresenta la base delle richieste dei territori è stato sottoscritto dai sindaci di Orvieto, Roberta Tardani, di Chiusi, Gianluca Sonnini e di Cortona, Luciano Meloni, dai sindaci dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano, Luca Cupello (Allerona), Giovanni Ciardo (Alviano), Leonardo Fazio (Attigliano), Damiano Bernardini (Baschi), Andrea Garbini (Castelgiorgio), Daniele Longaroni (Castelviscardo), Simone Barbanera (Fabro), Luigi Maravalle (Ficulle), Marco Morresi (Giove), Giampiero Lattanzi (Guardea), Alessandro Dimiziani (Lugnano in Teverina), Federico Gori (Montecchio), Paolo Garofani (Monteleone d’Orvieto), Sebastiano Caravaggi (Montegabbione), Valentino Filippetti (Parrano), Stefano Paoluzzi (Penna in Teverina), Marco Conticelli (Porano), Marsilio Marinelli (San Venanzo), dai sindaci della Valdichiana Senese, Grazia Torelli (Chianciano Terme), Roberto Cottini (Cetona), Michele Angiolini (Montepulciano), Manolo Garosi (Pienza), Agnese Carletti (San Casciano dei Bagni), Francesco Landi (Sarteano), Edo Zacchei (Sinalunga), Giacomo Grazi (Torrita di Siena), Andrea Franci (Trequanda) e dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi in qualità di presidente della provincia. Ad accogliere a Roma i primi cittadini Giuseppe Inchingolo, direttore Affari istituzionali e Comunicazione di FS, Aldo Isi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rete Ferroviaria Italiana, Daniele Moretti, direttore circolazione di RFI.
Sulla vicenda intervengono i senatori Walter Verini Silvio Franceschelli, presenti al presidio dei sindaci. "Abbiamo sostenuto la protesta dei sindaci, del Comitato Pendolari, che non può né deve essere ignorata. Le Ferrovie non possono penalizzare cittadini, lavoratori e studenti e il Governo (che non ha voluto ricevere venticinque rappresentanti del popolo con le fasce tricolori) non può continuare a ignorare questi problemi e a non dare quelle risposte che sono sempre di più urgenti e necessarie". "Non è possibile tagliare fuori, isolare intere comunità - aggiunge Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem –. Il trasferimento in maniera permanente dei treni regionali, regionali veloci e persino in alcuni casi degli Intercity sulla linea lenta è un danno a chi ogni giorno si muove per motivi di lavoro e studio. E che si aggiunge a una situazione già compromessa, fatta di ritardi e cancellazioni costanti, bus sostitutivi non adeguati, assenza di servizi e comunicazioni a chi viaggia".