Perugia, 12 marzo 2023 – Dopo la paura, i disagi e l’attesa delle verifiche sulle lesioni riportate dalle proprie case. Sono oltre 500 gli sfollati nell’intero cratere che comprende Pierantonio, Pian D’Assino e Sant’Orfeto. Mentre sono tredici feriti "da panico" per fughe precipitose, tre sono ricoverati con fratture, quattro sistemati nelle Rsa. Ieri mattina erano ancora 339 le richieste di sopralluogo inoltrate al Comune, 10 al momento (ma il numero è in costante crescita man mano che proseguono le verifiche dei tecnici) le inagibilità accertate, di cui 7 di case private e 3 strutture pubbliche (scuola media, chiesa di san Paterniano, stazione ferroviaria). Tra la gente il disagio è forte. In 145 sono fuori casa. Katia Rometti è la titolare dello storico Bar Katia, nella piazza di Pierantonio, area colpita duramente dal sisma: "E’ veramente un dramma, tutto il paese è coinvolto ed in particolare il centro della frazione. La strada è transennata ed il bar, secondo i pompieri, è al momento inagibile. Ci sono crepe molto importanti e tutto l’edificio è stato evacuato. E’ una situazione molto complicata soprattutto per me, con una attività che va avanti da ben 29 anni, con una ristrutturazione alle spalle e relativo debito. Mio fratello che abita a Pierantonio è fuori casa".
Intanto nel Perugino l’arcivescovo Ivan Maffeis, ha scritto una lettera, rivolta alla comunità, per ringraziare vigili del fuoco e tecnici della protezione civile, e in particolare i volontari della Caritas e gli operatori dell’Ufficio Tecnico della Diocesi. "Alle famiglie accolte sotto il tendone di Sant’Orfeto si aggiungono le quattro che hanno trovato una sistemazione nel nostro vecchio Seminario – scrive in una nota –. Altre per paura hanno preferito passare la notte in macchina. Lungo la strada che attraversa Pierantonio - chiusa poco prima di arrivare alla chiesa - le persone guardano in silenzio le proprie case. Chi alza lo sguardo lo posa sul campanile, che le scosse hanno fatto ruotare e di cui si teme una possibile caduta. A Cenerente il danno probabilmente è ancora maggiore. Vi si aggiungono le chiese. Ma nell’Abbazia di Montecorona rimane la possibilità di celebrare nella cripta. La struttura del Villaggio Santa Caterina tutto sommato ha retto bene; sugli ospiti pesano piuttosto le conseguenze del terremoto, in termini di timore e d’insicurezza".
"Nelle zone transennate, al fine di evitare il rischio di sciacallaggio, sono state rafforzate le misure di sicurezza e i controlli da parte delle forze dell’ordine.
pa.ip.