REDAZIONE UMBRIA

Un anno fa il terremoto, lacrime e sangue in quel maledetto 24 agosto

Furono otto le vittime umbre. Orvieto commemora la coppia scomparsa nel crollo dell'albergo

Castelluccio di Norcia dopo il terremoto del 24 agosto 2016

Norcia, 24 agosto 2017 - LA SCOSSA che un anno fa alle 3.36 ha sconvolto l’esistenza di migliaia di persone tra l’Umbria, il Lazio, le Marche e l’Abruzzo, ha costretto anche il ‘Cuore verde’ a piangere i suoi morti. Nella nostra regione il terremoto non ha fatto vittime sul posto, ma appena fuori i confini nostrani ha spezzato otto vite umbre.

MATTEO Gianlorenzi e la moglie Barbara Marinelli, orvietani, erano all’hotel Roma di Amatrice quando il sisma ha fatto crollare l’edificio senza lasciare scampo alla giovane coppia. Gianlorenzi, titolare di negozi di abbigliamento e commerciante ambulante, era nella città reatina per partecipare a una fiera che si sarebbe tenuta in un paese vicino e la moglie aveva deciso di accompagnarlo. Poi l’inferno. Le ricerche dei loro corpi sotto le macerie sono andate avanti per giorni prima del drammatico epilogo. Un anno dopo, la comunità di Orvieto (Comune e Prociv del territorio) li ricorda con una cerimonia religiosa voluta dai familiari dei coniugi, che si terrà domenica alle 11 al Convento dei cappuccini.

MENTRE la prossima settimana è prevista un’iniziativa pubblica nella sala consiliare, dove verranno illustrati i progetti messi a punto dall’associazione «3.36» fondata in memoria di Barbara e Matteo. Ad Amatrice hanno perso la vita anche Floriana Svizzeretto, la narnese di 59 anni direttrice del museo civico Cola Filotesio, estratta dalle rovine del palazzo in cui abitava all’ultimo piano, e Marco Santarelli, 26 anni, figlio maggiore del questore di Frosinone, Filippo Santarelli. Il giovane, sepolto nel cimitero di Castel Rigone dove si trova la cappella di famiglia e dove vivono la madre e il fratello, è morto sotto le macerie della casa dei nonni. La batosta del 24 agosto ha infine sterminato un’intera famiglia originaria di Camerata, nel Tuderte, che trascorreva le vacanze estive nel borgo laziale. Adriano Sargeni, 84 anni, poliziotto in pensione, la moglie Artemia, la figlia Gabriella e il genero Mauro Marincioni si erano trasferiti nel Reatino da diversi anni, ma in Umbria tornavano spesso per visitare amici e parenti.

QUELLA maledetta notte nella casa di Amatrice c’erano anche le bambine di Gabriella e Mauro, di 10 e 12 anni. Solo le due piccole sono riuscite a salvarsi, scampando miracolosamente al disastro. Se la cavarono con qualche ferita, ma la loro esistenza è stata stravolta per sempre nel giro di una manciata di secondi di interminabile terrore.

Chiara Santilli