
La sindaca Funaro e il governatore Giani, insieme il mese scorso nel cantiere Tav (Foto Gianluca Moggi/New Press Photo)
Firenze, 15 maggio 2025 – Roma, martedì 13 maggio, Piazza della Croce Rossa. Nella sede centrale di Rfi approda una delegazione fiorentina: il governatore della Toscana, Eugenio Giani, in tandem con la sindaca Sara Funaro, più gli assessori alla Mobilità, Andrea Giorgio e all’Urbanistica, Caterina Biti, insieme ai tecnici di Palazzo Vecchio. Due ore di vertice con l’amministratore delegato di Rfi, Aldo Isi (ex ad di Anas fino al rimpasto del Mit di qualche mese fa) per suggellare l’intesa sul People Mover. E cioè quella navetta su rotaia, con binario dedicato, che percorrerà avanti e indietro, ogni 10-15 minuti, dal 2029 circa un chilometro con partenza dal binario 1 e 2 di Santa Maria Novella in direzione via Circondaria, dove da un anno già sarà operativa la stazione Belfiore dell’Alta Velocità.
Dal conclave romano di due giorni fa è scaturito l’iter con cui “istituzionalizzare” i tavoli di lavoro tematici per realizzare il comparto delle opere complementari del passante Alta Velocità. Nient’altro che la maxi infrastruttura da 2,7 miliardi di euro, lunga 8,35 chilometri (di cui 7 in superficie) per unire le due stazioni di Campo di Marte e Castello entro il 2028. La missione è cambiare per sempre l’efficientamento della rete ferroviaria nazionale grazie sdoppiamento dei flussi tra Frecce, regionali e Intercity. Opera “strategica”, invero, per non rendere più Firenze il collo di bottiglia del Centro Italia su rotaia facendo ‘respirare’ Santa Maria Novella. Che tra tre anni a questa parte gestirà giornalmente 616 corse di regionali e intercity, con le Frecce tutte dirottate nelle gallerie che le due talpe da 1.500 tonnellate (Iris e Marika) stanno scavando da un anno e mezzo senza che in città si sia battuto ciglio. Il progetto (che vede Rfi come committente dell’opera, Italferr alla Direzione Lavori, eseguiti dalla stazione appaltante del Consorzio Florentia nato dalla fusione delle due società Pizzarotti e Saipem), va avanti col vento in poppa, cronoprogramma (per il momento) rispettato per la creazione del ‘camerone’, la stazione sotterranea Belfiore uscita dalla penna dell’architetto Foster, più due gallerie a singolo binario, poste mediamente a 20 metri di profondità.
La certezza definitiva, però, circa la realizzazione del People Mover, porta con sé aspetti dirimenti da approfondire e valutare. Le parti ieri a Roma si sono impegnate di studiarne le linee di finanziamento, le caratteristiche e le dimensioni. Partendo da esclusioni di metodo: scartata l’opzione sia del tapis roulant che di una tramvia dedicata a favore del ‘trenino’. Il principio guida sarà quello di una navetta “consistente”, multi carrozza, automatizzata o su scartamento, con centinaia e centinaia di passeggeri a bordo. L’altra certezza è che questo “ascensore orizzontale” sia postumo alla realizzazione del passante e del camerone: impossibile cantierizzare l’innesto a stazione Belfiore non ultimata.
Ma essendo il sedime ferroviario già esistente non ne occorranno cinque ma uno di anni per l’assemblaggio. Il tasto dolente riguarda i fondi. Senz’altro ci sarà da svecchiare lo studio di fattibilità datato 2021 in fase di presentazione dei progetti per il Pnrr che stimava un costo di 165 milioni. Di questi, 45 sono già previsti e accantonati, i restanti 120 da reperire. La sede della concertazione più appropriata sarà quella dell’accordo di servizio Regione-Stato-Rfi. Nel frattempo, proprio la Regione Toscana attenderà la programmazione dell’Unione Europea 2028-34 per poter intercettare nuove linee di finanziamento dando così il suo contributo all’occorrenza.
Già lo ha fatto nel 2023, quando ha vestito i panni dell’ente trainante col presidente Giani per la riattivazione del progetto Alta Velocità dopo sei anni di stallo, fino al revamping della talpa Iris per lo scavo delle gallerie sotterranee avvenuto nell’ottobre di quello stesso anno.