STEFANO BROGIONI
Cronaca

Abusi, amici e segreti. Se n’è andato Rodolfo Fiesoli, il mostro del Forteto

Il decesso nella Rsa dove stava scontando la condanna per le violenze sui minori. Negli anni ’70 fondò la comunità divenuta setta. Il nuovo arresto nel 2011 e la condanna

Abusi, amici e segreti. Se n’è andato Rodolfo Fiesoli, il mostro del Forteto

Firenze, 14 maggio 2025 – All’età di 83 anni e qualche mese, è morto Rodolfo Fiesoli. Il fondatore del Forteto stava scontando nella rsa di Padova “Villa Altichiero“ la sua condanna a 14 anni e dieci mesi per gli abusi perpetrati sui giovani ospiti della comunità di Vicchio. Per una polmonite è stato trasportato in ospedale. Una storia che va oltre gli aspetti processuali, tanto che su quel black out istituzionale sta ancora indagando una commissione parlamentare d’inchiesta. Ed è stata proprio l’organo bicamerale, lo scorso marzo, a mostrare per la prima e ultima volta il “profeta“. Mai, infatti, Fiesoli aveva partecipato ai processi in cui è stato il principale imputato. E’ apparso su una carrozzella, a tratti molto confuso, poco collaborativo.

Rodolfo Fiesoli quando venne ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta
Rodolfo Fiesoli quando venne ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta

Nato a Prato l’11 novembre del 1941, fu alla parrocchia della Querce che formò il nucleo originario della comunità che, negli anni in cui i giovani sognavano di essere liberi e senza padroni, lo seguirono nel progetto che prenderà poi il nome del Forteto. Prima a Bovecchio, territorio di Barberino, e successivamente a Riconi, tra Dicomano e Vicchio.

Forteto è il sottobosco fitto e impenetrabile che ha dato il nome alla comunità diventata setta. Così com’è stata per anni la sua creatura, cresciuta assieme all’azienda agricola che, fino all’esplosione dello scandalo, è stata un colosso della produzione di formaggi e carni. Uniti e coesi anche quando assieme al loro guru, si ritrovarono tutti sul banco degli imputati.

Fino a quel momento, la comunità era diventata perfino un modello educativo. Il tribunale dei minorenni affidava al Forteto i bambini delle famiglie in difficoltà. Fiesoli e il suo braccio destro, Luigi Goffredi - scomparso anche lui nel 2020 -, ritenuto l’ideloogo del gruppo, hanno perfino scritto manuali. Ma quello che appariva fuori, era assai distante da quello che accadeva dentro, ed è emerso nei processi: bambini affidati a “famiglie funzionali“ senza verifiche della magistratura competente, disprezzo del ruolo della donna ed esaltazione dell’omosessualità, processi pubblici chiamati “chiarimenti“ a cui venivano sottoposti i minori.

Che, sovente, sono diventati oltre che oggetto sessuale di Fiesoli e dei suoi fedelissimi, anche accusatori dei propri genitori naturali, verso i quali la comunità cercava in ogni modo di interrompere i rapporti. A quell’apice, che portò Fiesoli perfino a pontificare in Palazzo Vecchio, tra i grandi della convetion Ted-X, il profeta ci arrivò tessendo relazioni all’apparenza distanti dalla sua statura di contadino: politici, magistrati, pensatori. Aveva un posto nell’istituzione Don Milani, Vicchio lo premiò con un Giottino d’Oro revocato in fretta. E godeva della fiducia incondizionata dei giudici, o almeno certi giudici.

Tutto questo, nonostante un passato ingombrante: l’arresto, nel 1978, e la successiva condanna, divenuta definitiva nel 1985, per atti di libidine, anche su una ragazza disagiata. Un precedente che non ha impedito alla sua comunità di accogliere, fino al 2009, una sessantina di ragazzi dal passato difficile. Soltanto dopo il suo arresto, il 20 dicembre del 2011, si scopriranno altri particolari inquietanti: ad esempio, che negli anni ’80 era stato anche inserito nella lista della Sam, la squadra che dava la caccia al mostro di Firenze che nel 1984 aveva ucciso a due passi dal Forteto. Un testimone dichiarò di averlo visto vicino alla piazzola di Scopeti. Un mistero che, come tanti altri, verrà seppellito assieme a lui.