Firenze, 13 maggio 2025 – Con lui è esploso il “caso Forteto”. E ora Rodolfo Fiesoli è morto. Il ‘profeta’ e la sua ‘creatura’, la comunità del Mugello che negli Anni ‘70 accoglieva ragazzini e ragazzine affidati dal tribunale dei minori. A lui, ben presto accusato di abusi. Fiesoli, nato a Prato nel 1941, fonda nel ‘77 insieme a Luigi Goffredi, il Forteto che trovò la sua sede definitiva appunto a Vicchio dove una fattoria di 500 ettari divenne in breve tempo cooperativa agricola.
Nel 1978 il primo arresto: Fiesoli e Goffredi vengono accusati di abusi sessuali e atti osceni. Scarcerati l’anno dopo, entrambi ripresero la guida della comunità. Insieme a loro altri 22 membri della comunità sono stati indagati. Nel 1985 arriva per Fiesoli la condanna definitiva a 2 anni per maltrattamenti. Passano gli anni, i maltrattamenti e le vittime si moltiplicano. In molti denunciano e nel 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo condanna lo Stato italiano a pagare un risarcimento per avere ostacolato il reinserimento in famiglia di alcuni ragazzini ospitati nella comunità.
Nel dicembre del 2011 la procura di Firenze torna a contestargli le medesime accuse.
‘Scandalo Forteto’, più che un caso. Anche perché, nel tempo, di casi ne sono emersi decine a fronte di un’ultima condanna in via definitiva arrivata nel 2019: Fiesoli è morto mentre stava scontando in detenzione domiciliare in una Rsa a Padova, 14 anni e 10 mesi per maltrattamenti e abusi sessuali su minori.