STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Sit-in di protesta contro il taglio di 18 alberi

TERNI Domani alle 19 sit-in di protesta davanti al cancello della Passeggiata, sul lato di via Giannelli, per protestare contro...

TERNI Domani alle 19 sit-in di protesta davanti al cancello della Passeggiata, sul lato di via Giannelli, per protestare contro...

TERNI Domani alle 19 sit-in di protesta davanti al cancello della Passeggiata, sul lato di via Giannelli, per protestare contro...

TERNI Domani alle 19 sit-in di protesta davanti al cancello della Passeggiata, sul lato di via Giannelli, per protestare contro l’abbattimento di 18 alberi, ritenuti pericolosi, deciso dall’ ordinanza del Comune. L’annuncio social coinvolge diverse associazioni ambientaliste. "Dov’è il piano di ripiantumazione – tuona Pierluigi Rainone del Circolo Verde e Ambiente –. Dove va a finire la legna degli alberi abbattuti? Dov’è il censimento del patrimonio arboreo (obbligatorio per i Comuni con oltre 15mila abitanti)? Dove sono le perizie strumentali che attestano la pericolosità degli alberi abbattuti?". Stessa sorte e per gli stessi motivi era toccata ad altri alberi in diverse zone della città e del comprensorio: da via Bramante a Piediluco. L’ordinanza comunale di abbattimento dei 18 alberi del parco della Passeggiata era stata duramente contestata anche dal M5S: "Ennesimo scempio amministrativo dell’amministrazione Bandecchi. Con l’ordinanza contingibile e urgente n. 241, firmata alla vigilia di Ferragosto, il sindaco ha disposto l’abbattimento immediato di 18 alberi storici nel Parco della Passeggiata – ippocastani, tigli e platani – e interventi invasivi su altre essenze, bypassando la preventiva autorizzazione della Soprintendenza, obbligatoria per legge in quanto l’area è vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004". "Non è la prima volta – continua il M5S – che il sindaco ignora la Soprintendenza e le procedure ordinarie di tutela imposte dalla legge. Già in passato ha fatto ricorso a ordinanze “urgenti” per eludere i vincoli culturali e paesaggistici. Anche in questa occasione, invece di acquisire il necessario nulla osta, si è limitato a “comunicare” l’atto, privando l’organo di controllo del potere di valutare preventivamente l’intervento e riducendo la tutela del bene pubblico a una mera formalità"