
PERUGIA - La convinzione di papà Michele e della famiglia continua a essere la stessa: Andrea è stato ucciso. Nella...
PERUGIA - La convinzione di papà Michele e della famiglia continua a essere la stessa: Andrea è stato ucciso. Nella stanza c’era qualcun altro. La storia giudiziaria della morte dello studente lancianese va in un’altra direzione però, con il processo per istigazione al suicidio che inizierà a ottobre. "Mi sta bene il processo, certo. Ma bisogna vedere come il processo andrà". Insomma, "soddisfatti a metà".
Per la famiglia, a distanza di sei mesi dalla morte del 19enne, "è sempre buio pesto". Il dolore, spiega ancora papa Michele "è doppio. Per la scomparsa di Andrea prima di tutto, è ovvio. E poi per il fatto di non riuscire a sapere cosa è realmente successo perché secondo noi, nell’indagine, come abbiamo sempre detto, ci sono delle cose che non quadrano. In casa c’era qualcuno, ma se nessuno parla sarà difficile dimostrarlo. E se non parla nessuno non usciamo dal tunnel".
La famiglia Prospero è intenzionata a costituirsi parte civile: "Attendiamo di poter conoscere gli atti di accusa per procedere a formalizzare la richiesta di costituzione di parte civile" spiega l’avvocato Francesco Mangano che assiste la famiglia con l’avvocato Carlo Pacelli.
Andrea Prospero con la sorella gemella Anna studiava a Perugia. Viveva nello studentato non lontano dalla camera presa in affitto dove è stato trovato morto. Stanza affittata all’inizio di gennaio senza che ne sia stata acclarata la necessità. La squadra mobile ha recuperato oltre ai diversi cellulari poi analzzati una quarantina di sim che fanno ipotizzare finalità illecite, forse truffe telefoniche. Aspetti formalmente non legati alla morte, su cui, però la Procura aveva avviato degli approfondimenti.