
Il braccio robotico è in grado di versare l’acqua in un bicchiere e di compiere movimenti Funziona su impulso di sensori
Aggiungere un arto robotico ‘extra’ capace di muoversi, manipolare oggetti e trasmettere il tatto senza impianti fissi: è l’obiettivo raggiunto dal gruppo di ricerca guidato da Domenico Prattichizzo, dell’Università di Siena che in occasione di Automatica.it 2025 a Perugia ha presentato i nuovi risultati del progetto europeo Haria che ha permesso a un paziente con un braccio paralizzato di versare l’acqua in un bicchiere usando un braccio artificiale.
"Per il paziente, di cui al momento non possiamo divulgare il nome dato che lo studio è ancora in fase di pubblicazione, è stata un’emozione indescrivibile - racconta Maria Pozzi, dell’Università di Siena, che ha presentato i risultati di Haria alla platea. Il traguardo è stato ottenuto da un paziente di un ospedale spagnolo, colpito da un ictus che lo ha portato a perdere completamente il controllo e la sensibilità di un braccia ma che grazie al dispositivo sviluppato da Haria ha potuto pochi giorni fa iniziare a controllare con un successo un suo nuovo braccio, un braccio robotico".
"Ad oggi i robot sono un supporto sempre più usato come assistenti per la disabilità ma sono ancora percepiti come una sorta di badanti, uno strumento estraneo che esegue quanto richiesto - ha aggiunto Pozzi - invece l’obiettivo del nostro lavoro è permettere alle persone con disabilità di tornare a sentirsi in qualche modo autonome, almeno in alcune operazioni. Una questione fondamentale anche per gli aspetti psicologici. Il grande passo che vogliamo portare avanti è fare in modo che l’umano senta il robot come estensione di sé".
Sulla base di questo concetto, l’idea dei ricercatori è quella di usare robotica e IA per estendere le capacità umane attraverso arti extra, il cosiddetto human-robotic empowerment: il primo passo è permettere a pazienti vittime di ictus o incidenti il poter controllare un braccio artificiale, come fosse quello dato in dotazione da madre natura. "In un mondo sempre più digitalizzato e con robot che in futuro lavoreranno con noi questa forma di interazione sarà la strada per garantire un futuro migliore per l’umanità".