MASSIMO MERLUZZI
Eventi e fiere

Un affetto di famiglia. Majoli ricorda il nonno: "È stato anima e cuore della manifestazione"

Il nipote del fondatore ripercorre le tappe dell’emozionante storia. Stesso nome e stessa passione per la sfida remiera e per il mare. "Ma non ho mai fatto il tifo per nessuna borgata. Vinca il migliore!".

Il nipote del fondatore ripercorre le tappe dell’emozionante storia. Stesso nome e stessa passione per la sfida remiera e per il mare. "Ma non ho mai fatto il tifo per nessuna borgata. Vinca il migliore!".

Il nipote del fondatore ripercorre le tappe dell’emozionante storia. Stesso nome e stessa passione per la sfida remiera e per il mare. "Ma non ho mai fatto il tifo per nessuna borgata. Vinca il migliore!".

Del nonno non porta soltanto il nome e cognome, ma anche la passione e l’attaccamento alle tradizioni che da sempre hanno accompagnato la famiglia. Angelo Majoli, 85 anni compiuti ad aprile, una vita in mare come pescatore e anche come palombaro, è nipote di Angelo Majoli. Il padre del Palio del Golfo. Angelo, si è spento nel 1979 a quasi cento anni. Ancora oggi è ben impresso nella mente di chi era spettatore il primo Palio senza la sua presenza. In quell’occasione la barca sulla quale era solito controllare il campo di gara e che tutto filasse liscio attraversò la passeggiata. Al timone c’era il nipote Angelo.

Che cosa ricorda di quel pomeriggio?

"Un lungo applauso spontaneo, infinito, potente. In quel momento ho sentito tutto l’affetto e l’amore della gente del Palio nei confronti di mio nonno. Un’emozione che non dimenticherò mai".

Il nonno istituì la manifestazione remiera nel 1925. Ricorda i suoi racconti?

"Era un gioco tra muscolai, ma anche un’esigenza. Intanto chi arrivava prima poteva trovare i clienti in passeggiata. E poi per una sorta di solidarietà tra i lavoratori, che per andare nello specchio d’acqua di Panigaglia dove nascevano muscoli eccezionali, andavano in mare con una sola barca, remando insieme più velocemente e con meno fatica".

Insomma una competizione spontanea che suo nonno ha trasformato in leggenda?

"Nata dall’esigenza di lavorare e vendere il prodotto pescato. E poi trasformata con grande illuminazione in una sfida".

Tanto sentita che dalle barche da lavoro si passò a quelle da gara. Come andò?

"Mio zio Elio, maestro d’ascia, realizzò nei cantieri Merani la barca Vittoria. Le prime imbarcazioni non avevano i nomi delle borgate ma si chiamavano Isa, Gatto Nero, Nella. Poi successivamente presero il nome delle borgate partecipanti".

Dopo la guerra fu proprio la passione del nonno a riprendere la manifestazione...

"In pratica ha rifondato il Palio. Ma lui era davvero innamorato della sfida. Oltre a tenere i rapporti con le borgate e curare l’organizzazione tracciava il campo di gara con le cime di erba che arrivavano da Maratea utilizzate dai miticoltori. Il nonno era un punto di riferimento per tutti".

Era il Comandante del Golfo?

"Sì, il titolo gli venne assegnato nel 1963 e anche se era stato nominato commendatore preferiva essere definito il papà del Palio".

Una tradizione così forte. E pensare che le vostre origini non sono spezzine.

"E’ vero. Mio nonno arrivò dal Veneto insieme ai fratelli".

E allora come scoprì il mare?

"Lavorava in una ferramenta. Poi, passeggiando lungomare si incuriosì osservando un gruppo di pescatori che stano impiantando i vivai per la mitilicoltura e l’ostricoltura. Così anche lui entrò nel settore: divenne muscolaio e iniziò ad amare il mare. Lo dimostra il fatto che è stato anche campione di nuoto e di vela".

Lei ha mai gareggiato?

"Sono stato il più piccolo timoniere. E soprattutto l’eterno secondo, perché ho solo sfiorato la vittoria per ben tre volte con Fossamastra, Canaletto e Crdm".

Ha una borgata nel cuore?

"Ho sempre detto: vinca il migliore. E ci credo veramente".

Che cosa rappresenta per lei il Palio?

"Appartiene a tutta la mia famiglia, lo seguo sempre con grande entusiasmo. Mi affascina, mi emoziona e ogni volta che arriva, lasciatemelo dire, si ritorna un po’... fanti".

E per la città cosa rappresenta?

"A Spezia ci sono due eventi che ci permettono di incontrarci, rivedere persone e stare insieme: San Giuseppe e il Palio".