Da Viareggio all'Australia e ritorno: il grande ritorno del mitico Alino Diamanti

Calcio / L'ex fantasista, oggi tecnico del Melbourne City, ha preso parte allo storico torneo giovanile cui aveva già partecipato quando era calciatore

Alessandro Diamanti ha indossato la maglia di 17 club e della Nazionale azzurra

Alessandro Diamanti ha indossato la maglia di 17 club e della Nazionale azzurra

C’è molto di romantico nella parabola disegnata dal destino per Alino Diamanti, che dopo poco più di vent’anni e un viaggio lungo sedicimila chilometri è tornato da dove è venuto, per ripartire nuovamente all’insegna di una nuova sfida. Era il 2003 quando l’imberbe talentino di Santa Lucia esordiva con la maglia della Florentia Viola, nata dalle ceneri del fallimento della Fiorentina targata Cecchi Gori, allo storico Torneo di Viareggio, purtroppo fallendo il rigore del possibile vantaggio viola nel match pareggiato contro il Santos. Di lì a poco prese il via una carriera da giramondo, nel corso della quale avrebbe anche vestito con onore la maglia azzurra, che si sarebbe chiusa nel 2022, dall’altro capo del pianeta, con gli australiani del Western United. Oggi Alino è tornato, per iniziare a scrivere, a due passi dall’amata Prato, la sua storia da allenatore, alla guida dei giovani del Melbourne City. Inseriti nel gruppo D con Empoli, Imolese e Ojodu, i ragazzi di Diamanti hanno chiuso all’ultimo posto, sconfitti dalle formazioni italiane, ma vittoriosi nel secondo match contro i forti nigeriani. Un’esperienza che ha comunque soddisfatto il neotecnico: «Il Torneo di Viareggio ha un posto molto speciale nel mio cuore, ripensando alla mia esperienza da calciatore in questa kermesse non posso che provare un mix di eccitazione e nostalgia, anche per questo sono particolarmente felice che la mia squadra abbia potuto avere l’incredibile opportunità di partecipare e che i miei ragazzi abbiano vissuto un’esperienza che si porteranno dentro per tutta la vita». Quanto al nuovo ruolo di allenatore, Alino ha una visione piuttosto chiara dell’interpretazione che vorrà darne: «Penso che cambierò molto poco rispetto a quando ero in campo. Sono stato un giocatore molto motivazionale ed è su questo che spingo molto con i ragazzi della nuova generazione, che non hanno le nostre motivazioni e i nostri valori calcistici. Bisogna solo dar loro delle informazioni che forse al momento non hanno».