
David De Gea, 34 anni, durante il ritiro estivo
«Quando è arrivata la Fiorentina ho avuto le idee chiare, è un'ottima squadra con una storia meravigliosa e dei grandi tifosi. Una decisione veramente facile. Qui ci sono stati grandi portieri, ma in generale giocatori importantissimi. Quindi spero di poter fare la storia di questo club». Si è presentato così David De Gea in viola, uno che di presentazioni proprio non ne avrebbe bisogno. Colonna prima dell'Atletico Madrid (due trofei internazionali vinti) e poi per dodici stagioni del Manchester United (545 presenze e soprattutto otto trofei), ha scelto Firenze per ripartire, per mettersi in discussione. E ci è voluto veramente poco per conquistare tutti, a suon di prestazioni importanti, carismatiche e parate fuori dal comune. Giusto il tempo di ambientarsi e il 15 settembre arriva l'esordio tra i pali viola in campionato, poi da lì altre 34 presenze in campionato, praticamente sempre in campo. Sette invece le partite in Conference tra cui le prime due stagionali nei playoff contro la Puskas Akademia dove è arrivato il suo debutto assoluto col Giglio su petto. In totale 42 presenze e 11 clean sheet. Eppure i dubbi non mancavano perché il portierone spagnolo dopo una vita con i Red Devils si era preso un anno sabbatico che preoccupava molti. Ma David si è allenato, ha rifiutato proposte dall'Arabia e ha aspettato il momento giusto, l'offerta giusta, la città migliore. Firenze. Dopo una stagione così, difficile poter pensare di fare a meno di un leader di tale spessore (inizialmente aveva firmato un solo anno di contratto) e infatti il rinnovo non è tardato ad arrivare con De Gea che a fine maggio ha ufficializzato il prolungamento fino al 2028 (con ingaggio di circa 3 milioni), una firma che probabilmente lo porterà a finire la carriera a Firenze. Per la stagione in partenza sarà sempre lui, ovviamente, il titolare con il reparto completato da Martinelli e dal ritorno a casa di Lezzerini. L'estate della Fiorentina di Pioli è stata impegnativa e per De Gea anche particolarmente emozionante. Durante le amichevoli precampionato, infatti, si è potuto godere un momento speciale, un ritorno a casa in quella Manchester – sponda United – che per tanti anni ha difeso: «È stato un giorno speciale». E lo è stato anche per l'Old Trafford che l'ha omaggiato con una grande standing ovation così come la società che gli ha donato una targa celebrativa, consegnata dall'ex compagno e amico Bruno Fernandes.