
Moise Kean, 25 anni, alla sua prima stagione con la Fiorentina
Il talento, la speranza, le difficoltà, la rinascita. Stati d’animo diversi, tutti racchiusi in una città, Torino, ma vissuti in due momenti opposti, talmente differenti da raccontare in maniera perfetta il percorso di Moise Kean, classe 2000, che da eterna promessa bianconera è diventato uomo squadra viola, cambiando un destino che sembrava già scritto, diventando uno dei più forti attaccanti italiani in circolazione. Estate 2024, Firenze. Da anni Kean è il volto della promessa incompiuta del calcio italiano. Cresciuto nella Juve, si fa notare al Verona, poi all’Everton, con una buona parentesi al Psg di Neymar e Mbappé. Il ritorno a Torino sotto la nuova gestione di Massimiliano Allegri sembrava il preludio alla consacrazione, ma qualcosa non funziona. Chiuso dalla concorrenza, Moise non decolla: tre stagioni, 11 gol in campionato e tanta frustrazione. Il 9 luglio 2024 arriva la svolta: la Fiorentina lo acquista per 13,5 milioni. L’accoglienza è fredda: i tifosi si aspettano un centravanti già pronto, non l’ennesima scommessa. Beltran e Nzola sembrano davanti nelle gerarchie. Ma Kean è determinato: «Firenze è ambiziosa, proprio come me. Il Viola Park è stimolante, voglio dare il 100%». E Raffaele Palladino, nuovo allenatore, lo conferma subito come titolare. Fiducia e riscatto, i due sentimenti che accompagneranno Kean nella sua avventura al Franchi. È proprio la fiducia del tecnico originario di Napoli a sbloccarlo. A Firenze, per la prima volta, Kean è al centro del progetto tecnico. L’obiettivo è chiaro: tornare in Europa, puntare la Conference League già sfuggita due volte in finale e provare a vincere la Coppa Italia soltanto sfiorata l’anno prima all’ultimo atto contro l’Inter. L’impatto è immediato: primo gol il 22 agosto contro il Puskas Akademia nei playoff di Conference. Una settimana dopo, va a segno contro il Monza: è il 1° settembre e l’astinenza in A durava dal 1° aprile 2023, Juventus-Verona 1-0. Palladino è entusiasta: «Vorrei tutti come lui. È forte, umile, positivo». Ed ecco allora la definitiva esplosione. Da quel momento, la stagione di Kean cambia marcia. L’ambiente lo esalta, i compagni lo cercano, lui ripaga con gol e prestazioni. A Firenze ritrova serenità e continuità. La sua esultanza - un balletto tramutato dall’universo hip-hop - diventa familiare al Franchi, come il suo pseudonimo musicale: KMB, lo stesso che ha usato per incidere il suo primo album rap intitolato “Chosen”. Luciano Spalletti lo richiama in Nazionale, e nel frattempo Kean trascina i viola nella lotta al quarto posto, mantenendoli ai vertici del campionato per mesi. Poi, arriva il momento del ritorno a Torino. Il 29 dicembre 2024 la Fiorentina gioca allo Stadium. Al 38’, su cross di Adli, Kean colpisce di testa e batte Di Gregorio. Potrebbe esplodere di gioia, ma resta fermo, mani alzate, in segno di rispetto verso i suoi ex tifosi. È il gesto di un ragazzo finalmente maturo, consapevole del suo passato e deciso fortemente a riscattarsi. Quel gol segna la sua rinascita definitiva. Kean continua a segnare: 19 reti in campionato (solo un rigore), secondo solo a Retegui nella classifica marcatori. In Coppa Italia la Fiorentina esce presto, in Conference si ferma in semifinale contro il Betis (5 gol europei per Kean, 25 totali in stagione). Le sue prestazioni attirano l’interesse dell’Al-Qadsiah. L’estate è tesa: c’è una clausola da 52 milioni, e i tifosi temono l’addio. Ma Kean non cede ai petroldollari. Rifiuta l’Arabia e resta a Firenze, che ora considera casa sua. L’obiettivo è chiaro: portare la Fiorentina ancora più in alto.