Il ritorno di Stefano Pioli fa sognare la Fiorentina

Panchina / Dopo le esperienze con il Milan e l’Al Nassr, il tecnico ora è pronto ad assumersi la responsabilità di riportare in alto il club

Stefano Pioli, 50 anni, e Albert Gudmundsson (28) durante un allenamento al Viola Park

Stefano Pioli, 50 anni, e Albert Gudmundsson (28) durante un allenamento al Viola Park

Stefano Pioli si è tornato e si è presentato con parole d'amore: «Provo una grande emozione perché Firenze e la Fiorentina sono qualcosa di particolare per me». Il tecnico non ha nascosto la profondità del legame che lo unisce alla città: «Ho scelto Firenze perché me la sento dentro. Rivedere facce che ho conosciuto è molto piacevole e mi fa sentire a casa». Già ex giocatore e allenatore della Fiorentina, Pioli sa bene che guidare i viola comporta una grande responsabilità nei confronti di un pubblico tra i più accesi d'Italia, da troppi anni frustrato nelle sue ambizioni. Per iniziare a costruire la nuova Fiorentina, l’obiettivo primario da raggiungere sarà la Conference League, trofeo già sfuggito due volte nelle passate stagioni. È dal 13 giugno 2001 che il club non vince un trofeo (allora la Coppa Italia) e la coppa europea è uno dei traguardi che potrebbe consentire di restituire nuovo prestigio a una bacheca impolverata. «L'ambizione di tutti deve essere quella di riportare in alto il club», ha dichiarato Pioli appena insediato, forte delle esperienze al Milan (dove ha vinto lo scudetto) e all'Al Nassr, dove ha allenato Cristiano Ronaldo. Significativa la provocazione lanciata agli scettici: «Ho visto che Allegri non ci ha inserito tra quelli che lotteranno per la Champions, l'ho già segnato sulla lavagna». Un ulteriore segnale della determinazione che società e tecnico (che ha firmato un contratto triennale) hanno nel voler rilanciare la Fiorentina nell’élite del calcio italiano. L’impostazione tattica che avrà la squadra, emersa dalle amichevoli estive, è piuttosto chiara: dovrebbe schierarsi con un 3-4-1-2 nel quale elementi fondamentali saranno De Gea tra i pali, Ranieri in difesa, Sohm e Fagioli a centrocampo e il tridente Gudmundsson-Dzeko-Kean in attacco. Pioli non è un tecnico dogmatico, per cui non è detto che in corso di stagione non possa apportare qualche variazione a questa impostazione iniziale. La scelta di riportare a Firenze l’allenatore parmense rappresenta una decisione consapevole: quella di un club che, per sognare in grande, si è affidato a un tecnico che unisce esperienza internazionale, passione autentica e profonda conoscenza dell'ambiente. Le premesse per una buona stagione ci sono tutte, dalle ambizioni condivise tra società e direzione tecnica ai giocatori di qualità. Il legame forte tra Pioli e l’ambiente costituisce un quid pluris che potrà fare la differenza nei momenti difficili sui quali in passato si sono arenate le ambizioni della Fiorentina.