Cristina Manetti*
FIRENZE
Di una cosa sono convinta: se il titolo stesso di una manifestazione quale Agrofutura rimanda alla possibilità di incrociare l’agricoltura e l’agroalimentare con il futuro questo può succedere perché nell’agricoltura le donne sono sempre più protagoniste. E molto si deve a loro se oggi non siamo più a parlare di una realtà segnata dall’abbandono e dalla mancanza di ricambio generazionale, ma piuttosto di innovazione, di progetti 4.0, di imprenditoria giovanile, di tematiche quali la cultura del paesaggio e la sostenibilità delle produzioni.
Parlare di questo significa poter affermare – in particolare in una regione come la Toscana – che il futuro è già presente. E lo è perché anche le donne in questa realtà sono il presente, perché molta strada è già fatta, per loro e con loro, per aprire nuovi orizzonti.
Le cifre di per sé sono eloquenti. Le donne impegnate in agricoltura sono quasi trentamila se consideriamo anche le operaie agricole che lavorano nei vari segmenti del comparto contribuendo ai primati enogastronomici e turistici del Made in Tuscany. Con quasi 12 mila imprese femminili, l’agricoltura è il secondo settore economico scelto dalle donne in Toscana. Rappresentano un terzo delle aziende agricole in Toscana e la maggioranza nel settore dell’accoglienza e dell’agriturismo.
Le donne non solo sono sempre più numerose, insomma, ma occupano posizioni sempre più di rilievo nell’impresa agricola. Innescano innovazione e diversificazione, promuovono produzioni ma anche conoscenza del territorio e cultura della sostenibilità, si impegnano in percorsi che hanno significative ricadute nelle nostre comunità quali le fattorie sociali, la didattica, la cultura del cibo.
Per molte di loro è stata una scelta di vita non scontata, non un semplice subentro nell’azienda di famiglia: hanno lasciato altri settori, a volte contratti a tempo indeterminato, puntando su altre motivazioni per dedicarsi all’allevamento e alle vigne, all’olivicoltura, al turismo rurale.
E oggi un contributo fondamentale arriva dalle imprese agricole che sono al femminile ma anche giovani: le under 35, infatti, hanno registrato una crescita del 7,6% negli ultimi dieci anni e questo ha portato approcci più smart nella gestione delle aziende, ma anche visioni più mature, consapevoli e critiche rispetto ai temi delle disuguaglianze economiche e sociali.
Questo tipo di agricoltura promuove e combatte il gender gap, ma allo stesso tempo va a benificio di tutti. Per questo lo abbiamo preso spesso a riferimento nell’ambito dei percorsi della Toscana delle Donne, il progetto trasversale per la parità di genere fortemente voluto dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
È importante che riceva una particolare attenzione nel programma di Agrofutura, con l’auspicio che tutto questo possa aiutarci ad avanzare ancora di più su questa strada.
*Capo di Gabinetto
Regione Toscana