
Yuleisy Manyoma, 33 anni, colombiana, lavorava in cucina nel noto locale Conca d’Oro
Siena, 2 maggio 2025 – Omicidio volontario. E’ l’accusa con la quale la polizia di Siena ha arrestato Luis Fernando Porras Baloy, il cittadino colombiano di 27 anni che l’8 agosto scorso ha ucciso la convivente Ana Yuleisy Manyoma. Non per sbaglio come da lui stesso raccontato, ma volontariamente e nel contesto di una lunga serie di maltrattamenti in famiglia.
E’ una svolta importante quella che arriva dopo mesi di indagini sulla morte in casa della giovane donna. A lungo si è pensato che la 32enne, molto conosciuta in città, fosse stata uccisa a causa di un tragico errore, un colpo di fucile partito per sbaglio mentre si trovava in camera da letto insieme al compagno. Ora l’uomo si trova in carcere, su disposizione del Gip di Siena, con un’accusa pesantissima: quella di omicidio doloso aggravato per essere stato commesso in occasione del reato di maltrattamenti di famiglia e nei confronti di persona convivente e legata da relazione affettiva.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Siena e svolte dalla Squadra Mobile di Siena, dal Servizio Centrale e dal Gabinetto regionale e provinciale di Polizia scientifica della Polizia di Stato, hanno permesso di ricostruire esattamente quanto accaduto all’interno di quella camera da letto. Secondo l’ipotesi accusatoria, Porras avrebbe sparato volontariamente alla donna, al contrario di ciò che lui stesso aveva raccontato in sede di interrogatorio la sera stessa del fatto. Il 27enne aveva infatti parlato dello sparo come di un evento accidentale nella manovra del fucile calibro 16 detenuto illegalmente.
Gli accertamenti hanno invece condotto gli inquirenti a ricostruire il colpo “come atto dolosamente diretto a provocare la morte della compagna”: l’uomo era in piedi davanti a Yuleisy quando è partito il colpo, a breve distanza dalla donna. Difficile ritenere che il proiettile sia partito per sbaglio. Le indagini hanno inoltre fatto emergere, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, elementi per ipotizzare il reato di maltrattamenti di famiglia, reato che, peraltro, risulta assorbito dalla specifica aggravante prevista per il reato di omicidio e sopra indicata.