
Il presidente della Camera di commercio: "La crisi colpisce soprattutto la classe media. Dopo il Covid numeri sempre in crescita, ora dovremo elaborare nuove strategie".
Segnali preoccupanti che si innestano in un contesto generale agitato da guerre, instabilità, politica dei dazi Usa. L’allarme lanciato negli ultimi giorni dagli operatori del turismo, in testa Confcommercio e Confesercenti, viene raccolto da Massimo Guasconi, presidente della Camera di commercio. "Poche settimane fa abbiamo presentato il report 2024 nel quale si registrava una fiducia nella conferma dei dati positivi anche per il 2025 – osserva Guasconi – ma quelle premesse non tenevano conto dell’aggravarsi della situazione geopolitica e dell’arrivo del ciclone dazi. Purtroppo i riscontri che stanno arrivando in particolare da giugno vanno in un’altra direzione".
E cosa segnalano?
"Per esempio la diminuzione di presenze statunitensi, ma anche italiane. In questo momento è la domanda media quella che sembra soffrire di più".
Del resto la riduzione del potere di acquisto è fenomeno in crescita.
"Anche il turismo è penalizzato dall’inflazione, nel momento in cui si tagliano le spese ovvio che si parte da qui".
Ma come si può intervenire?
"Negli ultimi anni le politiche di promozione ci avevano premiato. Dopo il Covid ci sono stati numeri sempre in crescita, il lavoro fatto su alcune tipologie di turismo ha dato i suoi frutti. Ora va analizzata la nuova situazione e capire come intercettare quei settori che sono andati più in difficoltà, per esempi riducendo i giorni di vacanza o contenendo comunque le spese".
Cosa preoccupa di più del quadro attuale?
"L’incertezza, la schizofrenia di certe decisioni che cambiano da un giorno all’altro. È la situazione peggiore perché è difficile fare previsioni e dare una risposta che, per esempio sui dazi, deve essere unitaria come sistema europeo".
Tra i ritardi storici di questo territorio, anche in termini di attrattività, c’è quello infrastrutturale. Cosa si aspetta?
"Che ci possa essere un salto di qualità sui collegamenti stradali e ferroviari, attesi da tempo".
Su MedioEtruria da tempo reclamate una decisione.
"L’alta velocità è fondamentale per i nostri territori. Da tempo diciamo che la scelta strategica è farla, solo poi si valuterà la migliore collocazione".
E sul dibattito di Ampugnano? Qual è la vostra posizione?
"Pensiamo che possa dare un contributo all’interno del sistema toscano, in un settore specifico, come quello dei voli privati, dove si potrebbe sopperire alle difficoltà degli altri scali".
Restano però le altre difficoltà strategiche...
"Certo, ferrovie e strade sono un problema da risolvere. Ma non per questo sarebbe giusto perdere un’opportunità che può portare vantaggi a tutto il sistema dei trasporti".