
La mappa del disagio purtroppo è nota: l’eterno raddoppio della Due Mari, la Cassia piena di rattoppi e a rischio...
La mappa del disagio purtroppo è nota: l’eterno raddoppio della Due Mari, la Cassia piena di rattoppi e a rischio collasso, la Siena-Firenze inadeguata per accogliere l’accresciuta mole di traffico. E solo per fermarsi alle strade, perché poi ci sarebbero i collegamenti ferroviari antidiluviani, il miraggio di quelli aeroportuali, un complessivo isolamento infrastrutturale contro il quale sembra difficile trovare risposte risolutive. Se le grandi arterie sono quelle che fanno più rumore, per la mole di passaggi che registrano, a creare disagi veri, difficoltà di garantire servizi, perdita di opportunità sono i collegamenti nel sud della provincia. Il grido d’allarme lanciato dalla presidente Carletti, per i tagli ai finanziamenti per la manutenzione delle strade alle Province, guarda a questo: a un territorio che è come un campo minato, pieno di bandierine rosse tra ponti da ricostruire, altri a rischio, gallerie da consolidare, percorso di molti chilometri per percorrere brevi tratti causa lavori inderogabili. È una frontiera su cui, polemiche politiche a parte, serve un impegno condiviso, perché è vero la bellezza delle nostre terre è dovuta anche alla lontananza dai grandi e invasivi flussi, ma se questo si trasforma in isolamento reale la conseguenza sarà l’impossibilità di continuare a risiedere in luoghi con troppe debolezze.
Orlando Pacchiani