
Il fantino è rientrato in Piazza dopo sei anni di assenza. "Il Palio non l’ho trovato cambiato", confessa
di Laura Valdesi
SIENA
Intervista rimandata al primo pomeriggio. Francesco Caria, detto Tremendo, ha un pranzo di lavoro. Ma non provate a scardinare la sua ’corazza’ di segretezza. "Di lavoro cosa faccio?", rilancia scherzando mentre è già tornato a cavallo. "E’ di nuovo molto caldo, ma questo non ci ferma", aggiunge prima di una chiacchierata prudente ed equilibrata. Perché i giochi dell’Assunta sono ancora molto aperti. Ed imperscrutabili.
Questi pranzi di lavoro sono diventati più frequenti dopo il palio di luglio corso nella Pantera?
"C’è un’attenzione un po’ diversa nei miei confronti. Ma questo, ti dico la verità, non mi emoziona finché non si arriva al dunque. Ci sta sempre il pane e la sassata".
Tornare al canape in Piazza che effetto ti ha fatto?
"Bellissimo, non vedevo l’ora. Ero pronto sotto tutti i punti di vista, fisici e mentali. Ho fatto quello che si poteva".
Ti aspettati di più da Arestetulesu?
" Sono convinto che se fossi capitato più basso, come posto al canape, magari non vinco ma se giro pulito al primo San Martino faccio un palio diverso. Il posto non lo scegli. Ho spinto fino in fondo, poi l’intruppata e lì è finita".
Con la Pantera come vi siete lasciati?
"Bene".
Potresti tornare in Stalloreggi?
"Spero di poter ricorrere, se è nella Pantera va benissimo. Altrimenti va bene ovunque".
Diodoro, che ha vinto con Tittia nell’Oca, è imbattibile?
"Nessuno lo è, che si parli di cavalli o di fantini. Ha dimostrato certo di essere un soggetto importante. Anche a Fucecchio aveva vinto battendo dei super cavalli. Un soggetto positivo, magari un po’ giovane a cui il palio sicuramente è servito per maturare. Ha rotto il ghiaccio. Ma, ripeto, non credo agli imbattibili".
L’estrazione com’è andata per Tremendo?
"Lì’importante è che ci sia l’occasione di essere fra i dieci".
Una valutazione del mossiere?
"Per me tanto di cappello, fermo restando che c’è sempre chi si accontenta di più e chi meno. Una dinamica un po’ particolare, ma sono frazioni di secondo. Quando è entrata la rincorsa erano tutti dritti, quello che succede un secondo dopo non lo puoi prevedere. Per me la gestione di Bircolotti è stata fantastica, soprattutto per le prove. In una sono rimasto sacrificato insieme al Valdimontone ma era giusto mandarci via non per danneggiare ma per avvantaggiare non correndo rischi".
Sei tornato al canape dopo 6 anni, l’ultima volta nel 2019. Com’è cambiato il Palio?
"Corrono sempre dieci Contrade in una bellissima città: non è diverso".
Alleni il cavallo di Rompicollo, Donna Rosa: cosa ti ha detto che hai indossato il giubbetto della Pantera?
"Meritavo di rientrare, era contenta. E’ una vera signora anche sotto questo punto di vista".
Donna Rosa, che porterai alle previsite, può fare la tratta.
"Esatto, vediamo cosa decide la commissione veterinaria".