Suore ribelli di Pienza: monastero-Curia, braccio di ferro. Sui social tifo da stadio

Il silenzio del cardinale Lojudice, dispiaciuto per quelle visite a Pienza senza riuscire a trovare un accordo

Una foto di una delle tredici suore benedettine di Pienza postata sulla loro pagina Facebook. Sembra un quadro

Una foto di una delle tredici suore benedettine di Pienza postata sulla loro pagina Facebook. Sembra un quadro

Pienza (Siena), 23 febbraio 2023 – Non sarà facile per la Santa Sede, il cardinale Lojudice e l’Arcidiocesi di Siena e Pienza unite, correggere la piega che sta prendendo la vicenda delle tredici suore benedettine di Pienza. Tra interpretazioni femministe, sostegni via social, accuse al Vaticano di "pensare al caso di Emanuela Orlandi, piuttosto che prendersela con tredici suorine", l’arringa di madre Diletta Forti, abbadessa del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo, sembra aver fatto breccia. L’opposizione al decreto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata, quella nota scritta in perfetto stile giuridico-canonico, ma durissima nella posizione di giudicare illegittimi quei provvedimenti, respingendo la nomina della nuova madre superiora, e diffidando la Diocesi a compiere ulteriori azioni, sembrano aver conferito alle suore l’aureola di ’partigiane del femminismo’. In tanti hanno telefonato anche in redazione, raccontando dei loro rapporti con quelle monache a Pienza e stupendosi del fatto che la comunità non sembra sopportarle.

Ma in questa storia ci sono troppe cose non dette e troppe altre interpretate in modo naif. Come i post nella pagina Facebook del monastero, quell’invito a giovani donne da 18 a 38 anni che vogliono provare l’esperienza della vita claustrale per una settimana. O le marmellate vendute dal convento, che sarebbero state comprate altrove.

Di sicuro ci sono pochi elementi. Il dossier stilato dal Visitatore apostolico, chiamato molto tempo fa a visionare i comportamenti e la vita delle tredici monache, è ovviamente riservato. Ma ha fatto da base alla nomina della superiora. Che non è riuscita però a entrare nel monastero, a Pienza ha trovato le porte chiuse e forse è tornata a Amelia.

Fonti della Curia parlano di un cardinale Lojudice estremamente dispiaciuto per la piega presa dagli eventi. Lui si è trovato questa grana delle monache come ’appendice’ della fusione ’in persona Episcopi’ delle diocesi di Pienza e di Siena. Sarebbe andato diverse volte in quel monastero per cercare di ristabilire un dialogo corretto con madre Diletta e le monache di Pienza. Che sono arrivate in Valdorcia nel settembre del 2017: prima erano in un convento in provin cia di Macerata, non più stabile a causa del terremoto. Poi si sarebbero trasferite in Olanda, ma la convivenza con la Diocesi nei Paesi Bassi non ha funzionato. E per questo sono state accolte a Pienza dall’allora vescovo Stefano Manetti. Altro dettaglio che trapela, il rifiuto della Confederazione delle monache benedettine di accettare la loro domanda di adesione.

Il duello a questo punto è totale: la nota di madre Diletta sposta la sfida alla Diocesi e alla Santa Sede su sentieri scivolosi. Le tredici benedettine sono suore, la vita religiosa prevede la regola dell’obbedienza come priorità. Le interpretazioni nuove sulla clausura ai tempi dei social e della crisi delle vocazioni non possono sfociare in una controversia giuridica che può concludersi con il ritorno alla vita laicale delle monache ribelli.