Suore di Pienza contro la nomina della nuova badessa: "Il decreto non ha effetti"

Madre Diletta, superiora del monastero: "Dipendiamo solo dalla Santa Sede, diffida alla Diocesi per ulteriori azioni"

Madre Diletta Forti, abbadessa del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo

Madre Diletta Forti, abbadessa del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo

Pienza (Siena), 22 febbraio 2023 – E’ scontro frontale tra le Suore Benedettine, ospitate nel seminario di Pienza, e le autorità ecclesiastiche che, dopo una visita ispettiva, hanno disposto la sostituzione della Madre Superiora. "Dai mezzi di informazione si apprende con spiacevole mortificazione – si legge nella nota inviata da Madre Diletta a nome delle tredici sorelle - che la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, unita ’in persona Episcopi’ all’Arcidiocesi di Siena, ha diffuso un comunicato riguardante la vita di questa Comunità monastica femminile. Nel quale si divulgano non solo informazioni personali riguardanti una istituzione ecclesiastica che, a ragione della sua stessa natura, vive separata dal mondo, ma anche notizie false e distorte che concernono gli aspetti canonici della nostra vita religiosa. Questa Comunità monastica respinge ogni accusa, anche solo remota, di disubbidienza e resistenza, ai comandi dei legittimi Superiori quando comandano secondo diritto, atteso che la situazione canonica, diversamente da quanto si vorrebbe far intendere dallo scritto divulgato dalla Diocesi - che risulta essere anche moralmente grave, visto che nessuno pare essersene voluto assumere la responsabilità del contenuto, non essendoci alcuna firma - è molto più complessa e articolata. I decreti di cui si fa, imprudentemente, menzione recano, infatti, grossolane anomalie e vistose problematicità giuridiche che, anche grazie al supporto di canonisti, sono state già rilevate ed eccepite nei modi opportuni previsti dal Diritto canonico presso le sedi competenti".

Dopo questa dura analisi le suore contestano con fermezza quanto disposto dai decreti della Santa Sede. Nel comunicato si evidenziano anomalie che "inducono a ritenere che, giuridicamente, i riferiti decreti non possano spiegare effetti, e pertanto quanto viene affermato circa ’la mancata esecuzione’ delle disposizioni della Santa Sede è da ritenere pretestuoso e mistificante. Spiace molto, di contro, constatare che la Diocesi non abbia avuto alcuna considerazione per la doverosa discrezione - oltre alla ordinaria carità - con la quale certe situazioni andrebbero gestite in ambito intra-ecclesiale, e non abbia nemmeno considerato le conseguenze - giuridiche, morali ed ecclesiali - di quanto è stato scritto, come ad esempio riferire ’cause’ efficienti che nemmeno lo stesso Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha mai menzionato".

Uno scontro durissimo mentre nel Monastero di Santa Caterina da ieri regna il silenzio più assoluto. Par che non si sia più nessuno. Invece le suore sono ancora lì dentro, proseguono la loro vita claustrale. Qualcosa, pur marginale rispetto al problema, è visibile: la rimozione di alcuni cartelli-inviti apposti sul cancello del seminario. Quelli rivolti ai turisti interessati all’acquisto dei prodotti delle suore. Una delle motivazioni che hanno fatto scattare la scintilla di questa controversia.