EMANUELE BALDI
Cronaca

Suicidio assistito, la morte di Daniele Pieroni. Il presidente Giani: “Sono molto colpito. È già un simbolo”

Il presidente della Regione Toscana: “Pieroni aveva grande sensibilità. La politica nazionale deve affrontare la questione”

Suicidio assistito, la morte di Daniele Pieroni. Il presidente Giani: “Sono molto colpito. È già un simbolo”

Firenze, 12 giugno 2025 – “Mi ha colpito profondamente la storia di quest’uomo”. Il governatore Eugenio Giani – padre della legge ad hoc sul fine vita approvata in Toscana a febbraio e che subito ha sconquassato l’opinione pubblica nazionale – pesa le parole con il bilancino consapevole della delicatezza di un tema che l’Italia ancora, al netto delle legittime posizioni di ognuno, fatica ad affrontare con serenità e consapevole distacco.

Approfondisci:

Fine vita, il governo impugna la legge della Toscana

Fine vita, il governo impugna la legge della Toscana

Presidente, che cos’ha provato quando ha saputo della vicenda dello scrittore di Chiusi Daniele Pieroni?

“Non lo conoscevo personalmente, ma ho letto alcune sue poesie e ho capito che era un uomo di grandissima sensibilità”.

Ha ponderato a lungo la sua decisione.

“Leggendo i suoi scritti ho capito che si trattava di una persona di spiccata umanità. Con un grandissimo amore per la vita”.

FE_GEORGOFILI015-97239343
Eugenio Giani, 65 anni, presidente della Regione Toscana (foto Marco Mori/New Press Photo)

Che però ha deciso non fosse più degna di essere portata avanti.

“Proprio perché l’amava profondamente ha maturato la determinazione di uscire da una sofferenza indicibile. Era da tempo attaccato a una macchina, con sofferenze atroci. Il Parkinson, specialmente quando colpisce le persone giovani, può essere devastante”.

Diventerà una figura simbolica?

“Inevitabilmente, perché è la prima persona che ricorre al suicidio assistito dopo l’approvazione della legge. A tal proposito mi faccia fare una riflessione”.

Prego.

“La legge è stata approvata alla metà di febbraio e il primo caso è arrivato appunto solo a giugno inoltrato. Questo sta a significare che non c’è stata nessuna corsa ad ’approfittare’ di questa norma. Resta una legge che serve per casistiche particolari, molto di nicchia”.

Questa è una risposta ai detrattori che accusavano il governo toscano di aver varato una legge che avrebbe portato – la formula è terribile anche solo da pronunciare – a una “corsa a farla finita”?

“Assolutamente: era un ragionamento che non aveva senso. Ne è riprova che Daniele Pieroni, il primo che ha scelto di aderire al protocollo, era un uomo che amava profondamente la vita. Ha deciso così perché non ce la faceva davvero più ad andare avanti in quelle condizioni”.

A livello politico cosa sta cambiando?

“Vedo che finalmente anche a Roma si comincia ad affrontare la questione. Dalla Toscana è arrivata una spinta, una scossa. Dopo la legge Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, esponente dei Cinque Stelle e donna di grande spessore e preparazione, mi ha invitato a un seminario interessantissimo sul tema di cui stiamo dibattendo”.

Lei ha detto più volte che la Toscana ha fatto una sorta di “cucitura”, ma spetta al governo intervenire in maniera definitiva sul tema del suicidio assistito.

“Noi abbiamo coperto un vulnus tra la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale e l’inerzia che finora c’è stata in Parlamento”.