
Daniele Pieroni
Firenze, 12 giugno 2025 - “Daniele Pieroni, da oltre quindici anni conviveva, suo malgrado, con il morbo di Parkinson e qualche giorno fa, assistito dalla Associazione Luca Coscioni, ha potuto mettere fine alle proprie sofferenze nella sua casa, circondato dall’affetto dei suoi cari e con il supporto di medici e persone che lo hanno accompagnato con rispetto e responsabilità”. Così Enzo Brogi, ex presidente del Corecom Toscana sulla vicenda di Daniele Pieroni, lo scrittore di Chiusi (Siena) che ha scelto la morte medicalmente assistita in Toscana. E’ il primo caso nella regione.
"La Toscana – continua Brogi – ha dimostrato che la civiltà si misura anche nella capacità di riconoscere il limite, di dare spazio alla libertà quando il dolore supera la cura. È un primo passo, un esempio concreto di ciò che accade quando le leggi si mettono al servizio delle persone. Una legge che, pur impugnata dal Governo, ha dimostrato di poter essere applicata in modo pieno e coerente con quanto stabilito dalla Corte costituzionale”.
"Mentre lo Stato centrale cerca di ritardare i tempi – spiega l’ex presidente Corecom – e imporre limiti attraverso un comitato etico calato dall’alto, che rischia di essere solo un'altra forma di controllo su scelte profondamente personali. Perché la dignità non si centralizza. La libertà, quella vera, si costruisce ascoltando. L’opposizione del Governo non ha basi giuridiche solide, ma solo motivazioni ideologiche. Nel frattempo, troppe persone restano senza risposta, costrette a soffrire o, chi può permetterselo, a lasciare il Paese per poter morire con dignità”.
“La poesia ci avvicina agli altri e a Dio” scriveva Daniele poeta e saggista. Daniele non è un simbolo, è una persona che non aveva speranza di vita se non tra dolori atroci e cure palliative, continua Brogi. “E come lui, troppe persone continuano a soffrire in silenzio, o a viaggiare lontano per ottenere ciò che qui dovrebbe essere garantito: il diritto a scegliere. È un appello silenzioso, ma potente, affinché tutte le Regioni si attivino con coraggio e responsabilità per garantire questo diritto, seguendo l’esempio di civiltà della Regione Toscana. La libertà non si impone, si riconosce, non per scontro, ma per rispetto”, conclude Brogi