LAURA VALDESI
Cronaca

Camionista morto, istigazione al suicidio. Una donna dietro tutti i profili social

La procura è risalita alla persona che si spacciava per la sedicente fidanzata virtuale di Simone Casini. Ma non risulta che le sia stato dato denaro. I genitori: "Primo passo ma la situazione è ancora più grave"

Simone Casini

Simone Casini

Siena, 2 giugno 2024 – Ora Enriquetta, la fantomatica fidanzata spagnola con cui Simone Casini aveva avuto per otto anni una relazione, ma solo sui social, ha un nome e un cognome. Non quello però con cui si era accreditata al camionista di Vivo d’Orcia, 43 anni, trovato impiccato nel camion il 27 luglio 2022 in una piazzola di sosta vicino a Siena. La donna che si nascondeva dietro il profilo facebook e i cellulari con cui l’uomo chattava non si chiamava certo Enriquetta. Né faceva l’infermiera in Spagna, a Saragozza, dopo aver studiato a Siena. Tutto falso. A confermarlo in una nota è stato ieri il procuratore Andrea Boni evidenziando "che le indagini sinora svolte hanno condotto alla certa individuazione della persona che si celava dietro i profili virtuali con i quali Casini intratteneva frequentazioni telematiche e telefoniche". Si parla al plurale perché l’inchiesta ha accertato che dietro il profilo della sedicente Enriquetta, ma anche delle altre persone che spacciandosi per amici di quest’ultima le davano man forte nel rinsaldare la relazione virtuale con il camionista, c’era in realtà una sola mano. La stessa, sembra di una donna. Un colpo di scena, dunque. Ma non l’unico. I genitori di Simone Casini, Ivano e Daniela, convinti che il figlio sia stato ammazzato e poi qualcuno abbia simulato l’impiccagione, temevano che fosse vittima di una truffa sentimentale. E che avesse dato il denaro di cui aveva sempre bisogno, chiedendolo anche a parenti ed amici, proprio alla sedicente fidanzata. "Forse anche 70 mila euro", ipotizzava mamma Daniela confermando che ne prelevava sempre 1500 in contanti appena prendeva lo stipendio. Ma per adesso del raggiro romantico la procura non ha trovato riscontri. "Non sono emersi elementi - conferma Boni - che possano consentire di ipotizzare la sussistenza di altri reati (in particolare non sono emerse condotte connotate dal fine profitto) e le indagini proseguono per ulteriori approfondimenti del caso". Ma se Simone Casini non dava i soldi alla sedicente fidanzata virtuale a chi erano allora destinati? Il giallo dunque resta. Continua ad indagare il pm Valentina Magnini - che aveva già aperto da tempo un fascicolo per istigazione al suicidio di cui solo ieri è però giunta conferma - ma al momento non ha elementi per parlare di omicidio.

“E’ stato fatto un grosso passo avanti, in questa fase la procura si è mossa bene. Un inizio per svolgere indagini approfondite. Apprezzabile il fatto che ci sia già un indagato, non so per quale reato. Se quello indicato nella nota degli inquirenti è molto serio. Non so chi sia l’indagato o l’indagata. Siamo sempre disponibili a collaborare ma questo è un passo avanti che certo porterà a sviluppi investigativi pesanti", osserva l’avvocato Enrico Valentini. "Un primo passo ma crediamo che la situazione sia ancora più grave. E che ci sia qualcosa di più profondo da scoprire che porterà sicuramente, se la vicenda viene curata e seguita, a sviluppi che sono ben più gravi", assicurano i genitori di Simone Casini.