Camionista trovato morto. Genitori domani in procura

Daniela e Ivano Casini saranno ascoltati dal sostituto Magnini che indaga. L’avvocato Valentini: "Ora comincia il cammino alla scoperta della verità".

Camionista trovato morto. Genitori domani  in procura

Camionista trovato morto. Genitori domani in procura

di Laura Valdesi

SIENA

Mamma Daniele e babbo Ivano sono convinti che il figlio Simone Casini, camionista di 43 anni, sia stato ucciso. Nessun suicidio, secondo i genitori dell’uomo trovato impiccato dentro il mezzo pesante posteggiato in una piazzola di sosta vicino ad Isola d’Arbia, il 27 luglio 2022. Lo ripeteranno domani anche al sostituto Valentina Magnini, che coordina l’inchiesta aperta sul caso. La procura, infatti, ha convocato Daniela e Ivano per rendere sommarie informazioni sulla vicenda che ha scosso la piccola comunità di Vivo d’Orcia e tutta l’Amiata, arrivando anche ’A Chi l’ha visto?’. "Le indagini stanno proseguendo, siamo soddisfatti. Crediamo – commenta l’avvocato Enrico Valentini che assiste i genitori del camionista – che la procura abbia i mezzi e la possibilità di poter arrivare in profondità. Tanto che ha invitato la signora Daniela e il marito Ivano a presentarsi lunedì (domani, ndr) per essere ascoltati. Una grande apertura, siamo contenti. Ora comincia il cammino verso la scoperta della verità".

"La nostra convinzione è che sia stato ammazzato e poi impiccato", aveva detto il padre del trasportatore in televisione. Ribadendolo anche a La Nazione. Chiedendo la riesumazione della salma e l’effettuazione dell’autopsia per capire se ci possono essere tracce di fratture e di lesioni interne. Il camion era sotto sopra, sostengono i genitori, eppure Simone lo teneva come fosse una casa. E si sospetta la sparizione di un cellulare che temeva in mano nelle foto trovate in un altro telefono e di cui nessuno conosceva l’esistenza. Casini, inoltre, secondo la madre aveva una relazione da 8 anni ma solo via social e cellulare con una sedicente fidanzata che, tuttavia, non avrebbe mai incontrato fisicamente. Una truffa sentimentale, ipotizzano i suoi cari, alla luce dei messaggi scambiati con la donna. E del fatto che, poche ore dopo la morte di Simone, i profili social con cui dialogava solitamente erano stati cancellati. La sedicente fidanzata Enriquetta svanita nel nulla, infermiera prima a Siena e poi a Saragozza, così aveva raccontato all’uomo, potrebbe aver truffato anche altri con la stessa tecnica. "Gli servivano sempre i soldi", ha svelato mamma Ivana. Li aveva chiesti anche al cugino, 2500 euro, dicendo "che era questione di vita o di morte".