ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Siena continua a essere divisa. Il capoluogo in una direzione, parte della provincia in un’altra

Nella sfida per l’alta velocità non è mai emersa una scelta condivisa

Nella sfida per l’alta velocità non è mai emersa una scelta condivisa

Nella sfida per l’alta velocità non è mai emersa una scelta condivisa

"Ho paura che a Siena non si sia compresa l’importanza della stazione alta velocità Medioetruria. Così addio Siena-Roma in due ore e addio nodo di Chiusi. La cosa non si risolve con l’aeroporto". Stefano Maggi non è solo un docente universitario della materia, ma è anche uno dei massimi esperti italiani di trasporto ferroviario (nonché affezionato utente, quando è possibile...).

Affida ai social la propria amara riflessione - non certo la prima - sulla nuova svolta sul fronte alta velocità, con la Regione Toscana che ha portato l’Umbria sulla scelta di Rigutino, a quanto pare. Ci sarà poi da far cambiare idea al tavolo tecnico ministeriale, che si era già espresso per Creti-Farneta, ma intanto le due Regioni coinvolte optano per la soluzione aretina.

In tutto questo, Siena nel suo complesso continua a brillare per assenza, di fatto non toccando palla in una partita che pure la riguarda direttamente. Il Comune di Siena (vedi anche intervista all’assessore Tucci nella pagina a fianco) sostiene a gran voce l’ipotesi Creti-Farneta, ma pressoché in solitudine sul fronte politico, affiancato solo dalle categorie economiche. I Comuni della Valdichiana avevano puntato con decisione su Montallese salvo poi, una volta esclusa questa opzione, ripiegare sul rafforzamento di Chiusi ma senza nemmeno troppa convinzione, eccetto il sindaco Gianluca Sonnini che teme un ulteriore declassamento dello scalo. Alcuni, come la consigliera regionale Pd Anna Paris (vedi altra intervista nella pagina a fianco), mostrano più che scetticismo per Rigutino, ma dire che la provincia di Siena nel suo complesso è riuscita a mobilitarsi per un qualsiasi obiettivo sarebbe falso.

Morale, con Siena indecisa e frazionata, l’Umbria tiepida, alla fine Arezzo con il supporto della Regione ha riportato in primo piano la scelta della propria stazione. "Purtroppo temo proprio che alla fine non se ne faccia di niente. C’è un rapporto tecnico, c’è un finanziamento per la progettazione, e la Toscana vuole cambiare luogo... mah...", osserva ancora sconsolato Maggi. Mentre di raddoppio della Siena-Granaiolo ancora non se ne parla, di ammodernamento della Siena-Chiusi figuriamoci, del treno diretto Siena-Roma in due ore e mezzo nemmeno, perché intorno alla capitale non ci sarebbe la possibilità di inserire le due coppie di viaggi giornalieri su binari ultra intasati. E prendere il treno da Siena continua a essere un esercizio di buona volontà.

Orlando Pacchiani