LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, anziana uccisa: il duello sul Dna

L’anatomopatologa Gamba: "Strangolata con un laccio doppio. Il decesso fra le 13 e le 14 del 26 settembre". Ma la difesa del 39enne ucraino rilancia: "Non può essere stata una persona sola a metterla sul letto"

Il pool di medicina legale esce dalla casa di Largo Sassetta il 27 settembre 2022

Il pool di medicina legale esce dalla casa di Largo Sassetta il 27 settembre 2022

Siena, 16 gennaio 2024 – «Asfissia meccanica da compressione per strangolamento", il verdetto dell’anatomopatologa Susanna Gamba. Che arrivò nel cuore della notte a Siena per svolgere un sopralluogo nella casa del delitto di Largo Sassetta dove fu trovato il cadavere di Anna Maria Guerrini, 81 anni. Nel processo per il delitto dell’anziana che era stata anche derubata dei gioielli, imputati per questo zio e nipote ucraini, sono stati protagonisti ieri i consulenti di accusa e difese. Un braccio di ferro che ha riguardato modalità dell’omicidio, tracce di dna dei due trovate sul corpo dell’anziana e anche la partecipazione degli accusati che sembrano già in ’guerra’ fra loro. Sotto traccia una sorta di rimpallo di responsabilità che emergerà sicuramente quando, il 19 febbraio, salirà sul banco dei testimoni il 39enne ucraino accusato di essere l’autore materiale dello strangolamento. Racconterà la sua verità. Toccherà poi alla nipote, nell’udienza del 26 febbraio, confermare quanto già riferito nel settembre 2022 alla polizia e al pm Sara Faina. Saranno due passaggi clou del processo d’assise, sempre che vengano depositate in tempo le trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche ritenute fondamentali per le contestazioni.

«La vittima era piegata su un fianco, la camicia alzata sul torace, la testa sul cuscino. Nessuna macchia di sangue, segni invece di contusione alla fronte con ematoma verso l’occhio", ha riferito alla Corte l’anatomopatologa Gamba escludendo che le lesioni alla testa potessero costituire la causa del decesso. Venendo ai segni sul collo della pensionata ipotizza "che la compressione sia avvenuta con più giri di un laccio oppure con il laccio messo doppio. Di stoffa e non di plastica, circa mezzo centimetro. Quanto all’ora della morte va collocata fra le 13 e le 14 del 26 settembre 2022". Ma non sarebbe stata strangolata in camera, le lesioni lasciano pensare che l’omicida fosse dietro la vittima. Anna Maria Guerrini "non si è difesa, nessun segno che mostri una reazione". Sarebbe stata trascinata fino al letto dove l’hanno poi ritrovata.

La consulente della difesa dell’ucraino di 39 anni , assistito da Alessandro Buonasera, pone elementi di dubbio. A partire dal fatto che sarebbe stato uno soltanto il giro del laccio. Che non ci sarebbero evidenze oggettive per dire che per forza è stato un uomo ad agire in quanto serviva particolare forza. Così come si sente di escludere che l’anziana sia stata messa sul letto da uno solo. "Serviva il concorso di più persone", rileva il medico legale ipotizzando che la donna abbia perso coscienza e quasi subito sia morta. In avvio di udienza erano state declinate le tracce del dna rinvenute sulla giacca nera della vittima, ad esempio nel cavo ascellare, che conducono all’imputato. Mentre sul tappo del contenitore di succo dove è stata diluita una sostanza per far assopire la pensionata ci sarebbero quelle della giovane accusata di concorso in omicidio. Tracce di dna anche sul collo della vittima che fanno riferimento ad un profilo maschile. Un’altra consulente della difesa del 39enn e ucraino si sofferma invece sull’indagine condotta su tracce, a suo dire, a basso contenuto genetico. Si parla di "dna esiguo" in alcuni casi puntando a dimostrare che l’ipotesi dell’accusa sarebbe supportata in maniera limitata. Tornando all’aspetto tossicologico, è il professor Fabio Centini, chiamato dall’avvocato Francesco Paolo Ravenni che difende la giovane ucraina, a ribadire che le quantità rilevate "non erano in grado di compromettere le capacità reattive". "Potrebbe averla assunta prima? Da sola?", domanda Ravenni riferendosi al dimedrol.