
Tanti nel Cortile del Podestà per assistere alla presentazione del Drappellone
Il Palio è un’opera magica, che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è complicato quanto più se ne allontana, non disdegna l’occulto, ma che soprattutto si scaglia contro l’ordine delle leggi apparenti. Sono gli applausi convinti dei senesi, all’arrivo svolazzante del drappellone di Francesco De Grandi, che spingono a questa considerazione. In una asciutta e infuocata serata, abbiamo finalmente l’opera che guiderà ai quattro giorni della Festa. "Un’artista da me fortemente voluto e stimato – sono parole del sindaco Nicoletta Fabio – Al centro di tutto la forza evocativa di due immagini che si incontrano e si completano. La figura della Madonna Assunta in cielo, iconica, sembra arrivare leggiadra e solenne a un appuntamento importante… le sfumature di un blu intenso quello della sua veste, si riversano in un’alba cittadina, con uno skyline di Siena dorata sullo sfondo. Dorata come i cavalieri che compongono la seconda immagine". E ha aggiunto: "E’ anche il modo di esplicitare il mio legame con la Sicilia, mio nonno paterno era siciliano, e poi c’è la Nicoletta senese: a questo Palio posso dire qualcosa più del solito e lasciarsi un po’ andare nelle giuste occasioni credo che sia umano ed opportuno".
De Grandi ha imparato, attraverso il filtro del rispetto, la lezione dall’iconografia paliesca e l’ha adoperata a sua immagine. Forse senza rischiare più di tanto, conoscendo il suo stile, ma calandosi alla perfezione nella conoscenza acquisita, che non uccide il senso di meraviglia e mistero. Guardandolo, c’è sempre più mistero. E’ vero che ogni Palio trova poi una soluzione. Ma è un artista solo colui che sa creare un enigma da una soluzione. "Donne e uomini toccati dalla grazia – ha raccontato magistralmente Helga Marsala (finalmente una presentazione di alto linguaggio come merita la Festa) – oppure smarriti nel cuore della notte. Il sentimento dell’antico, però, lontano da stucchevoli ricalchi, nel suo immaginario si declina e si ancora al presente, tanto da consentirci di percepire come prossimi personaggi e scene dal sapore visionario, letterario". I temi cari a De Grandi, un figurativo che ama il sacro e la natura, qui convivono attraverso una Madonna mediterranea, terrena, languida, e nei cavalli svolazzanti che anticipano con liquida certezza di cielo, con solo a contrasto lo skyline della città, i rigorosi stemmi delle dieci Contrade. "Cavalieri dorati, come lo sono le cuciture del cencio realizzate dalle nostre sarte e non dipinte" come ha tenuto a sottolineare il sindaco. Ed eccoci ad una visione che davvero trascende la ragione. Il volo è metafora: come non sposare la tesi di un tentativo di arrivare alla liberazione totale, al raggiungimento di una libertà e di una spontaneità inaccessibili ai mortali. Sarà poi vero? Del resto il Palio ama l’ignoto. Ama le possibili conseguenze il cui significato è ignoto, poiché il significato del Palio stesso è sconosciuto. Noi ci sediamo ad un tavolo e ragioniamo sul possibile esito e supponiamo, ma il Segreto si siede in mezzo e sa. Eccoci: tutto comincia: ora arriva il mistero.
Massimo Biliorsi