MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Palio del 17 agosto 1975. Il trionfo della Chiocciola. Guizzo di Aceto su Panezio

L’Oca mandò De Gortes in San Marco, incurante della Tartuca che non correva. Tutto si decise all’ultimo Casato, quando Ercolino fallì il disperato sorpasso.

Il trionfo della Chiocciola il 17 agosto 1975 (foto ilpalio.org)

Il trionfo della Chiocciola il 17 agosto 1975 (foto ilpalio.org)

Se andiamo a cercare nel passato esempi luminosi di feeling perfetto fra Contrada e fantino, non possiamo che citare gli anni Settanta dell’Oca con Andrea De Gortes detto Aceto. Un fantino mai sacrificato: mandarlo nelle altre Contrade a vincere è stato un esempio perfetto quanto poco seguito. E invece ha fruttato gloria per il fantino e prestigio per Fontebranda, oltre a una bella serie di vittorie. E poi, se andava a trionfare per qualcun altro, significava che Salicotto non aveva vinto.

Agosto 1975: si corre il 17 agosto e la vittoria tocca San Marco: nella stalla c’è Panezio e non sta nemmeno tanto bene. Se si fosse corso regolarmente il 16, lo ha sempre detto chiaramente il Capitano Piero Iannone, le possibilità di vincere si sarebbero notevolmente ridotte. Ma il Palio è anche questo. Per quell’agosto del 1975, uno degli ultimi del "vecchio Palio" i pronostici, oltre alla Chiocciola, vanno indirizzati verso il Bruco con Rucola ed Ercolino, l’Aquila con Bazza e Saputello, soprattutto il Valdimontone con Rimini e Canapino. La Torre ha in sorte Rossana e monta Bazzino. Ma Fontebranda si premunisce e manda De Gortes in San Marco, a costo di discutere con la Tartuca che non corre e teme la vittoria della rivale.

La Chiocciola fa tutto al contrario. Parte non benissimo. Vanno via, dopo aver aperto la seconda busta, Bruco e Valdimontone. Questa volta Canapino sembra deciso a vincere e va in testa, ma il Bruco non molla e insegue. La lotta è aspra e senza esclusioni di colpi e favorisce la Chiocciola che recupera posizioni e aspetta il momento giusto che arriva all’ultimo tuffo. Tutto si decide all’ultimo Casato, quando Ercolino tenta l’ultimo disperato sorpasso, ma finisce per favorire proprio Aceto che, sornione e opportuno, passa all’interno con un guizzo che solo Panezio al tempo si può permettere. I chiocciolini invadono la pista ebbri di felicità. Per Canapino invece ci saranno momenti difficili.

Aceto dimostra di essere semplicemente il meglio della piazza, per mestiere e per capacità di saper scegliere l’attimo giusto. Meritano attenzione due fantini che proprio in questa carriera offrono il loro addio alla piazza. Sono Eletto Alessandri detto Bazza, 36 presenze sul Campo e 6 vittorie. Un grande fantino che avrebbe meritato di più. L’altro è Lazzero Beligni detto Giove, i suoi 40 Palii sono un insieme di strategie, intrecci, concessioni ad altri colleghi. Un Machiavelli della Piazza.

Questa del 1975 è una carriera che insegna molte cose. Ribadisce che Fontebranda ha ancora la possibilità di stabilire ruoli e strategie, che Aceto è in splendida forma, che nomi nuovi ancora non se ne vedono. Dovremmo arrivare alla soglia degli anni Ottanta per fare qualche nome nuovo di qualità. E che la Chiocciola ha uno staff di astuti protagonisti della piazza: oltre al capitano Piero Iannone, ci sono i tenenti Giorgio Giorgi, Ranieri Senesi e Vito Volpi, che fanno la differenza. Il resto è affidato alla fortuna che ci mette sempre del suo. Il barberesco Gino Lotti è un’altra figura indimenticata.

Massimo Biliorsi