
Del figlio Francesco l’idea de ’Il giglio e la verbena’, i Brocchi l’hanno realizzata. Il priore Bianchi: "Piccola sorpresa in occasione dell’evento di sabato".
di Laura ValdesiSIENA"Quest’anno sono i primi 50 anni del Minimasgalano ed il quarantennale della Fondazione Artemio Franchi, ricorrenze per le quali era bello individuare un connubio simbolico. Non solo. Volevamo anche trovare il modo per ringraziare la Torre, e i suoi contradaioli in particolare, per l’affetto e la stima che hanno del loro capitano, mio padre, scomparso nell’ormai lontano 1983. Ma anche ringraziare tutta la città di Siena e le Consorelle perché anche da loro la sua memoria viene curata con enorme attenzione", spiega Francesco Franchi, figlio di Artemio. Presidente dell’omonima Fondazione che, con "emozione e grande gioia", ha offerto l’opera per celebrare il mezzo secolo del Minimasgalano. Andrà agli alfieri e ai tamburini più bravi della sfida nel Campo, sabato a partire dalle 15.30. ’Il giglio e la verbena’, il titolo del lavoro, uscito dalle mani di Laura e Alessandro Brocchi, artigiani con la A maiuscola. "Due elementi che richiamano le ’patrie’ di Artemio, Firenze e Siena. Simboli che fanno da sfondo a una bandiera di rame che sembra muoversi al vento, circondando come in un abbraccio l’elemento centrale della scultura. La sagoma dorata del capitano, Franchi, in una posa tanto familiare a chi l’ha conosciuto. La base raffigura il tamburo, colonna sonora dei periodi senesi di Franchi capitano ma soprattutto orgoglioso contradaiolo della Torre. Tra gli elementi anche una piccola porzione di rete arrivata proprio dallo stadio di Siena a lui intitolato", dice Laura Brocchi. "Raffigura le sue passioni vere – aggiunge Francesco Franchi –, quella per il Palio e poi per il calcio che l’ha accompagnato fino alla sua scomparsa nel 1983, tra l’altro nel momento più fulgido della sua carriera perché era presidente della Uefa europea e vice presidente vicario della Fifa"."Un Minimasgalano dunque in famiglia e all’insegna degli affetti", ribadisce il priore Massimo Bianchi. Parla di "fedeltà e impegno", sia della sua Contrada che del Gruppo piccoli nel tramandare una manifestazione che è diventata appuntamento fisso. "E che quest’anno abbiamo anticipato di circa un mese anche perché volevamo approfittare, visto il traguardo dei 50 anni, di un meteo speriamo più clemente per organizzare una grande cena con tutti i nostri ex partecipanti ed ex presidenti dei gruppi piccoli che hanno portato avanti con grande slancio la manifestazione. Un modo per dire grazie a chi ha voluto bene al Minimasgalano e l’ha tramandato fino ad oggi".Trampolino di lancio di tanti alfieri e tamburini di Piazza, opportunità per trasmettere valori importanti alle giovani generazioni, come sottolinea Aldo Tani, presidente del Gruppo piccoli di Salicotto. Che non svela però, nè lo fa il priore, la sorpresa preparata in occasione della sfida che si svolge in Piazza "grazie a Roberto Barbagli che non mollò il sindaco dell’epoca, Barni, finchè non gli strappò il sì alla location più prestigiosa", ricorda l’onorando. Poi conclude: "Ci faceva piacere che proprio la Fondazione legata al Artemio offrisse l’opera. Ha scopi sportivi ma anche sociali, investendo sui giovani, per cui legava bene la sua missione con la nostra manifestazione dedicata ai ragazzi".