
Dopo tredici anni la Contrada di via dei Servi rispetta il ruolo di favorita e torna a festeggiare. Tittia ci prova fino alla fine ma non riesce a recuperare. Lunga mossa, 40 minuti tra i canapi.
L’urlo di Gingillo ancora in groppa ad Anda e Bola, sommerso da un mare di braccia, è la copertina di un Palio che ha rispettato uno dei pronostici più gettonati della vigilia: il fantino che attendeva la vittoria da sette anni, il Valdimontone che la inseguiva da tredici, il cavallo che per due volte era stato stato scartato e che dopo la vittoria sfumata nella Pantera ha confermato di essere il cavallo da battere, con una corsa di testa senza sbavature.
L’altro grande protagonista fino alla fine è stato il Leocorno, con Tittia che aveva dettato i tempi della mossa liberandosi da una situazione complicata per la vicinanza della Civetta (a proposito: terzo favorito, con Scompiglio e Benitos, mai in corsa). Il tentativo di rimonta è stato portentoso, con un terzo giro che l’ha portato a un soffio dal cappotto fantino-cavallo, ma il tentativo anche con l’uso del nerbo al terzo Casato avrebbe potuto avere successo solo con un errore di Gingillo. Che invece non c’è stato, perché la sua è stata una corsa perfetta, fredda e lucida in ogni momento. Soprattutto in quella lunga mossa (40 min uti) dove oltre al dualismo Leocorno-Civetta nella parte alta, in basso tra Bruco, Aquila e Drago c’è stato molto movimento, con l’Aquila spesso fuori posto anche perché il Drago per lungo tempo è sistematicamente scivolato dal terzo al primo posto, creando una situazione di difficile gestione. Gingillo, posizionato al centro dello schieramento e quindi fuori dalle due situazioni movimentate, ha mantenuto sempre l’attenzione alta, peraltro consapevole che si sarebbe partiti nel momento buono per il Leocorno. Così è stato e il suo scatto in testa ha poi determinato il risultato finale.
Un premio alla scelta convinta del capitano Aldo Nerozzi, che in questo 2025 ha puntato tutto sulla voglia di riscatto di Gingillo, in cerca della vittoria dal 2018 e che ha trovato il cavallo più potente del lotto (anche se insidiato da Diodoro, che si conferma un grande barbero, fino alla fine) per centrare il successo numero quattro. A 43 anni, nel pieno della maturità, è lui l’alter ego di Tittia, che ha confermato ancora tutte le sue capacità tecniche e di gestione di una mossa che si è presentata assai difficile, in posizione alta e con la rivale accanto. Scompiglio ha cercato di ostacolarlo a lungo ma nel momento decisivo, quando di fatto Tittia ha ’chiamato’ l’Onda, si è fatto trovare impreparato, non riuscendo poi a emergere mai dalle retrovie.
Questo Palio di agosto consegna agli archivi un’altra prestazione scintillante di Dino Pes, riemerso l’anno scorso con la vittoria nella Lupa e ancora protagonista con quel Viso d’Angelo che pare destinato a disputare Palii a ridosso dei primi ma senza mai emergere. Per Velluto però fino all’ultimo c’è stata la possibilità di giocarsi la vittoria, soprattutto con quel Casato a mille tra Valdimontone e Leocorno, quando poteva anche scapparci un contatto. Quel che ancora appare lontano è l’emergere di nuovi protagonisti, con tre fantini quarantenni a giocarsi il Palio dall’inizio alla fine.
Resterà da capire cosa lascerà questa Carriera anche sul fronte cavalli. Di Anda e Bola si era detto che era il cavallo da battere, giustificando le due esclusioni da parte dei capitani. Così è stato, anche se il divario dagli altri e in particolare da Diodoro non è apparso così netto. Quest’ultimo, che il prossimo anno avrà 7 anni, è destinato a recitare a lungo un ruolo da protagonista, se non arriverà anche per lui nel prossimo anno la tagliola dell’esclusione per superiorità.
Le scelte dei capitani hanno però consegnato due campioni del tufo alla storia del Palio e si vedrà se la scelta di questa volta sarà confermata anche nel futuro, con l’opzione di tutti i migliori dentro, per disegnare un Palio vecchia maniera dove comunque ci sarà chi vincerà e chi si purgherà.
Il drappellone di Francesco De Grandi, con quel cielo stellato a contornare una Madonna contemporanea, oggi sfilerà per le vie della città e alla fine dei lunghi festeggiamenti troverà posto nel museo dei Servi. Per il Valdimontone è tempo di tornare a festeggiare.