
Una delle rappresentazioni del Bruscello in piazza Grande a Montepulciano
Da ottantasei anni simbolo del Ferragosto a Montepulciano, con le sue rappresentazioni in piazza Grande, epiche e storiche, cavalleresche e sentimentali, tutte rigorosamente in versi e in musica, il Bruscello celebra quest’anno un altro importante anniversario. Fu infatti nel 1925 che alcuni bruscellanti ebbero l’idea di trasformare la scarna ma efficace messa in scena della tradizione contadina in un embrione di spettacolo. Poi, nel 1939, grazie all’imprenditore di successo Corrado Peruzzi, mecenate illuminato, il Bruscello si installò tra gli edifici rinascimentali della piazza principale, da dove non si è più mosso.
È anche per motivi storici che la Compagnia popolare ha scelto di rappresentare, per l’edizione 2025, un Bruscello della tradizione, ‘Paolo e Francesca’, firmato da Don Marcello Del Balio, il dinamico sacerdote ‘inventore’ del Bravìo delle Botti, improvvisamente scomparso nel 1981, che, con disinvoltura e capacità, metteva insieme testo e musica. "Paolo e Francesca è uno dei migliori bruscelli scritti da Don Marcello", afferma Marco Giannotti, Presidente della Compagnia. "Trasmette con voce autentica, fatta di rime, cori vibranti e scene di massa – dice il direttore artistico Franco Romani – una vicenda struggente, mettendo insieme forza drammatica e anima popolare".
Quattro le serate in programma, dal 14 al 17 agosto; alle 21.30, stasera, una sorta di prologo, la ‘generale’ aperta al pubblico, in cambio di un piccolo contributo al botteghino. Imponenti come sempre i numeri: cinquantadue i personaggi, bambini inclusi, che andranno in scena, anche in contemporanea, sul sagrato del Duomo, che già da giorni accoglie la scenografia; quasi centocinquanta, complessivamente, le persone coinvolte, alle quali, ogni sera, la compagnia garantisce un pasto che, consumato al termine dello spettacolo, "cementa le amicizie, stimola i commenti, crea il gruppo", racconta Cristina Peruzzi, nipote di Corrado, autrice delle coreografie e aiuto-regista, con Anna Meconcelli.
Anche se partecipa con slancio da volontaria, Cristina è una delle poche professioniste del gruppo, gli altri sono tutti dilettanti: "Don Marcello – ricorda ancora Romani – componeva e scriveva pensando alle qualità degli interpreti che aveva a disposizione". A metà strada tra teatro amatoriale e professionismo si trova il regista, Alessandro Zazzaretta, alla seconda esperienza nel ruolo: la sua passione, la sua meticolosità, in tandem con il direttore d’orchestra Gabriele Centorbi, hanno portato alla costruzione di uno spettacolo che si preannuncia di altissima qualità.