
L’ex seminario vescovile di Colle Val d’Elsa dallo scorso 11 giugno. si è. aperto ad una nuova vita ed a una nuova missione
Quando le pietre parlano, raccontano storie di silenzio e rinascita. Ma a Colle non si tratta solo di ascoltare il passato: è il futuro che prende voce. Nascosto tra le pieghe della storia toscana, l’ex seminario vescovile torna a vivere con una nuova luce, pronta ad accendersi nel cuore di chi cerca spiritualità, dialogo e umanità. In un’epoca in cui il rumore sovrasta l’interiorità, nasce un luogo dove la preghiera incontra la modernità, e la tradizione si fa ponte verso il domani. L’ex seminario vescovile di Colle si apre ad una nuova vita ed a una nuova missione. Dall’11 giugno 2025, infatti, la struttura è stata affidata ai "Ricostruttori nella preghiera al Borgo", un’associazione pubblica di fedeli che opera in tutta la Toscana. "Un luogo storico - spiega il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino - che rinasce attraverso l’attività di un’associazione che mette al centro la preghiera, l’incontro con i credenti, ma anche con chi non crede. Sarà quello che io chiamo un polo della speranza che sono certo diverrà un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono investire il proprio tempo nell’incontro con gli altri, il dialogo e l’approfondimento spirituale con uno stile di Chiesa in uscita". La costruzione del convento è avvenuta nel corso del XIII secolo, rappresenta uno dei primi insediamenti francescani in Toscana, infatti fu concesso al Beato colligiano francescano Pietro Gargalini, il permesso di costruire un oratorio nel 1229. Per la sua realizzazione vennero seguiti i principi di povertà e umiltà dell’ordine, infatti fu scelto un luogo impervio per la preghiera, lontano dalla vita paesana. Si dovette attendere il 1335 per ottenere un collegamento con il Borgo, cioè la realizzazione del cosiddetto Ponte di San Francesco a nove arcate, concluso nel 1338. La struttura è rivolta ad ovest e si trova in un piccolo piazzale; nella parete laterale sono visibili le sagome di quattro finestroni ad arco acuto in stile gotico. "La nostra missione- spiega Padre Guidalberto Bormolini - è farsi testimoni di una cristianità capace di venire incontro al bisogno di preghiera e ricerca interiore, spesso inconsapevole, dell’uomo contemporaneo. Attingendo alle risorse della tradizione cristiana, propongono un cammino di rientro in sé stessi, che consenta di raccogliere il proprio sguardo, disperso all’esterno e disorientato, e di introdurlo nel cuore".
Lodovico Andreucci