REDAZIONE PRATO

L’inchiesta che scuote la Toscana, le reazioni nel Pd: choc per il duro colpo dietro la solidarietà alla sindaca di Prato

Centrodestra garantista ma chiede le dimissioni

Emiliano Fossi, segretario regionale Pd

Emiliano Fossi, segretario regionale Pd

Firenze, 14 giugno 2025 – “Disorientamento”. È la parola d’ordine in casa Pd dopo il ’bubbone’ del caso Bugetti. I quadri più alti hanno serrato i ranghi del partito con una difesa d’ufficio nei confronti della sindaca di Prato. Gli schleiniani, in attesa delle decisioni del gip, hanno il telefono staccato. Ma sottovoce, e lontano dai riflettori, nell’ala riformista c’è chi ammette il “duro colpo subito”. Musica per le orecchie dei fautori della “ditta Pd”, del “sistema Toscana sconquassato nelle fondamenta”.

D’altronde le roccaforti dem scorrono lungo l’asse Firenze-Prato-Empoli. Dopo le reazioni (s)composte di giornata, a sera la Regione batte un colpo: “Conosco e apprezzo Ilaria Bugetti per la sua dedizione alla città di Prato e la sua passione nell’impegno politico - la sponda del governatore Giani -. Le sono vicino, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e certo che saprà rispondere con chiarezza e trasparenza a quanto sollevato dal procedimento in atto”.

Un colpo alla Bugetti persona, e uno alla magistratura è la linea scelta dal Pd Toscana. “Piena vicinanza e affetto a Bugetti, sono certo che saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti e la correttezza del suo lavoro, correttezza che la contraddistingue sia a livello politico che morale”, ricorda, in veste di pompiere, il segretario Emiliano Fossi. Giusto in tempo prima del ritornello del “profondo rispetto e massima fiducia nell’operato della magistratura”.

L’ex sindaco di Firenze Nardella si allinea (“saprà chiarire ogni aspetto relativo alla limpidezza del suo operato”). Epperò, bisbigliano in casa Pd, “la giornata è stata difficile: Prato è una piazza importante, Bugetti è considerata donna di relazioni e di consenso, ha vinto bene alle comunali ’24 dopo che il partito ha puntato su di lei...”. La grancassa, quindi, non può che rumoreggiare con le regionali alle porte.

La destra, seppur garantista, ha iniziato a sventolare la bandiera delle dimissioni, ad “accuse confermate dopo tre gradi giudizio”, beninteso. E qualora, come sostiene il deputato della Lega Barabotti, già “la richiesta di arresti domiciliari fosse confermata”. Per la deputata pratese di FdI La Porta “per Bugetti è impossibile guidare una città”. Più diplomatico il sottosegretario pratese agli Esteri in quota Noi Moderati Giorgio Silli, perché ha “ricevuto un avviso di garanzia, non una condanna”. Silli scomoda però il vero elefante nella stanza: l’opportunità politica della vicenda. “Serve una riflessione sul metodo di gestione del potere del Pd in Toscana e sulla connivenza opportunistica di buona parte della classe dirigente”. È la stessa corda che ha scosso il violino dei 5Stelle. Che a Prato, sono in giunta col Pd con un assessore in chiave campo largo, fino a indicazioni contrarie, a seconda della piega che prenderà l’inchiesta. “Tira aria bruttina - ammettono i contiani -. Alla notizia, è seguito il gelo dei dirigenti nazionali e regionali col Pd. Non so quanto piacere avrà fatto a Conte leggere di favori fatti ai massoni...”.

Francesco Ingardia