LAURA VALDESI
Cronaca

Trecciolino, nuova vita: “Tale lo metto con Zio Frac. Dentro nomi affidabili, servono 4-5 Alesandra”

Il fantino 13 volte vittorioso da un anno lavora alla tenuta del Calcione: “Ho conservato tanti buoni rapporti ma nessuno chiede consulenze. Collaboravo con i capitani, mi sono sentito per questo più mangino”

Trecciolino sul terrazzino accanto al palco dei capitani

Trecciolino sul terrazzino accanto al palco dei capitani

Siena, 29 giugno 2025 – “Circa un anno fa ho lasciato la scuderia ad Enrico, un progetto che avevamo fatto da tempo. Ora tocca a lui. E mi sono trasferito nella tenuta del Calcione a lavorare”, racconta Trecciolino, 13 Palii vinti, che sia il 27 che ieri era a vedere le prove di notte dalle finestre di palazzo D’Elci.

Hai voltato pagina, ma la tua ’prima’ vita ti manca un po’?

“Un pochino? Tanto! Il primo anno l’ho sofferto di più, quando incrociai le comparse mi prese male. Un’emozione... Adesso, per ora, meglio. Chiaro che quando ci sono i colori, invece che il bianco e nero, nella testa è diverso”.

Cosa fa ora nella vita Trecciolino?

“Continuo a montare a cavallo, mi occupo di quelli da corsa. Accompagno poi la guida nelle passeggiate con i turisti. C’è poi Selvaggia (Pianetti Lotteringhi della Stufa, la sua famiglia possiede il castello del Calcione da secoli, ndr) che si allena. Mi godo i cavalli come non mai, adesso mi sono riossigenato tantissimo. Avevo bisogno di staccare completamente”.

Tanti saranno curiosi di sapere del Palio.

“Certe cose, anche per rispetto delle Contrade, resteranno segrete per sempre. Magari qualche anedotto dall’archivio della mente riemerge ed è bello tirarlo fuori”.

Che impressione ha tratto Trecciolino dalle prove regolamentate?

“Molti fantini, non tutti, hanno fatto oggi (ieri, ndr) un bel lavoro, insegnando ai cavalli a galoppare qui dentro. In quelle del 27 qualcosa si è visto di interessante. C’è uno zoccolo duro su cui contare”.

I nuovi?

“Ci sono alcuni che hanno dimostrato di andarci bene ma gli manca quell’esperienza che fa compiere il passo per correre il Palio. Le piste che ci sono ora sono utili ma serve troppo tempo. Occorre qualche tracciato più impegnativo per lavorarci i cavalli”.

Più impegnativo?

“Mociano è utile, Monticiano ’vizia’ fantini e mezzosangue, non serve per insegnargli a fare il cavallo da Palio. Ci vorrebbe un Mociano ma con un terreno che sia più duro. Quello magari che c’è a Legnano ma con il circuito come Piazza dove farci un addestramento più costante. Come le dirigenze venivano a vederli galoppare alle Fornaci, così potrebbero venire a Mociano”.

Ricevuto telefonate di senesi e dell’ambiente?

“Sì, però da amici. Da persone con cui ho avuto rapporti. Non telefonate di richiesta di consulenza ma di solo per parlare di Palio. Bello”.

Sono rimasti dei bei rapporti a livello umano? Pochi ma buoni?

“Certo, si vede quali sono state le persone vere e chi era legittimamente interessato, visto che facevo il fantino”.

Cosa ti manca di più?

“Mettermi a sedere e parlare strategicamente di Palio. Mi piaceva tanto”.

Quindi eri davvero un po’ ’capitanbruschelli’?

“No, quello no. Ho sempre rispettato i ruoli. Semmai ho collaborato con i capitani, mi sono sentito più mangino. Chi ha condiviso il Palio con me l’ha fatto insieme a me”.

Il Palio attuale in cosa è diverso dal tuo.

“E’ cambiato, com’è normale. Perché certi paletti sono stati costretti a metterli, inoltre chi monta ha un suo modo personale di ’fare’ il Palio”.

Tittia ha sempre detto che sei stato un grande maestro.

“Sicuramente i miei allievi, lui, Gingillo, Velluto stesso, hanno assimilato certe cose. Non gli ho insegnato solo a montare ma anche a livello strategico li ho sempre coinvolti cercando di fargli capire come funziona. Ognuno poi ci ha messo del suo”.

Che Palio vedi ora?

“Uno, in linea generale, dove si investe tanto per avere un Palio semplice. Se devo aspettare la ghiandina perché investire? Se lo faccio occorre una contropartita, capire che direzione prende il mio Palio”.

Tittia, Gingillo, Scompiglio come sono?

“Tittia sempre al massimo, perfezionista, razionale, ama avere la situazione sotto controllo. Gingillo è una persona che elabora molto, Scompiglio è l’istinto: si va”.

Tale e quale l’hai montato nel Palio d’esordio nel 2018 nel Nicchio. “Ha dimostrando subito di avere caratteristiche importanti. Ora è più anziano ma se i veterinari lo portano in fondo vuol dire che sta bene. Lo metto con Zio Frac come livello, Benitos invece con Anda e Bola”.

Torniamo ai possibili cavalli nuovi.

“Dorotea ha dimostrato di adattarsi subito. Ha le caratteristiche giuste. Ad ora il giudizio è positivo. Poi mi piaceva Chiosa. Bene anche Diodoro, è di un amico, il Tanzini, però gli auguro che abbiano pazienza di aspettare: ci viene ma gli va dato il suo tempo. A mio avviso, in linea generale, si devono cercare i cavalli più affidabili, che ci girano bene qui dentro. Quattro-cinque Alesandre della situazione per intendersi”

Comancio?

“Ha dimostrato di andare bene. Lo stesso Viso d’angelo se riduci un po’ la qualità anche lui è un’Alesandra”.

L’ingrediente per vincere questa Carriera?

“Un cavallo giusto, affidabile. Va poi considerato non solo quello che è toccato a te ma anche gli altri, i valori. Se il primo e il secondo vanno dove c’è la nemica risalgono nel borsino gli altri a seguire”.