
L’assessore Pierluigi Piccini mostra il cuore del palazzo
Lavori di consolidamento del seicentesco Palazzo Bourbon del Monte: in questi giorni si parte. Una notizia che viene accolta con particolare soddisfazione dalla popolazione e che getta le basi per recupero del massimo monumento di Piancastagnaio vero gioiello tardo rinascimentale da molti anni caduto in abbandono e attualmente in grave situazione di precarietà strutturale e statica. Il palazzo Bourbon del Monte ultimamente è stato oggetto di un finanziamento regionale di 390 mila euro per la sua messa in sicurezza. E’ una delle priorità dell’amministrazione guidata dal sindaco Franco Capocchi e del suo assessore alla cultura Pierluigi Piccini.
Il Palazzo Bourbon del Monte venne costruito a partire dal 1603 per volere del feudatario Marchese Giovan Battista Bourbon del Monte su progetto dell’architetto Valentino Martelli. Un grande edificio in pietra che possedeva 365 finestre come i giorni dell’ anno, con all’interno ampi saloni, stanze decorate, sale per le feste, scuderie e una bellissima cappella interna. Il Palazzo Bourbon o “del Marchese” - come da secoli viene chiamato dal popolo di Piancastagnaio - fu completato nel 1640. Sulle due porte di entrata lo stemma della Repubblica di Venezia, il leone rampante. Un omaggio del Marchese alla città lagunare in cui combattè e offrì i propri servizi militari come mercenario. Per questo ricevette dai Medici di Firenze il feudo della terra di Piancastagnaio. Il Palazzo era abbellito da meravigliosi giardini e fontane. Divenuto in seguito proprietà di benestanti e possidenti terrieri fino agli anni sessanta, venne in seguito venduto ad un privato del paese e ridotto ad uso condominiale con appartamenti interni e locali artigianali e commerciali. Fino al suo sgombero per gravi motivi di sicurezza con le famiglie trasferite in appartamenti nel paese. Nel corso degli anni sono stati fatte indagini e progetti per il suo recupero. Attualmente, come detto, si procederà agli urgenti lavori di consolidamento dell’edificio, con la speranza di un prossimo completo restauro che possa riportare alla luce un edificio destinato a riqualificare l’intero centro storico.
Giuseppe Serafini