
Il lotto iniziale riguarda l’antincendio, poi toccherà ad ascensore e bar. Resta da capire come sarà utilizzata la struttura una volta tornata a norma.
Il progetto esecutivo c’era già e ora, stando a quanto si legge nei documenti a firma degli uffici comunali lavori pubblici e patrimonio, anche la ditta (Indovino Srl, di Motecatini) che dovrà tradurre quel progetto in interventi, almeno per la parte che riguarda il primo dei tre lotti. Nuovo passaggio formale per Palazzo del Tau, la sede di Corso Fedi ormai chiusa del Museo Marino Marini di Pistoia il cui destino sarà, come annunciato dall’amministrazione nel passato recente, un adeguamento dal punto di vista dell’antincendio tale da poter consentire la riapertura del Palazzo stesso dove ancora oggi si trovano segregate le opere del maestro Marini.
L’intervento è articolato come detto in tre lotti, il primo, che è poi il più corposo per spesa, riguardante più strettamente il sistema antincendio, il secondo la manutenzione straordinaria dell’ascensore interno, il terzo quella degli impianti del bar attiguo, per un totale di 390mila euro che il Comune finanzierà con un avanzo di amministrazione non vincolato del bilancio 2024-2026. Venticinque le imprese che si sono candidate a intestarsi la gara, bandita nell’aprile scorso, con la Indovino Srl a risultare prima in graduatoria (importo totale offerto di 165mila euro circa) e quindi, dopo una serie di integrazioni e verifiche, risultata aggiudicataria.
Il progetto di adeguamento antincendio del Palazzo è stato approvato dalla giunta nel dicembre dello scorso anno, con il parere favorevole del Comando dei vigili del fuoco di Pistoia. Nell’ambito dei lavori di adeguamento antincendio saranno anche realizzate delle migliorie e degli aggiornamenti sull’impianto elettrico e su quello idraulico. Ovviamente perché il Palazzo possa aprire servirà che siano ultimati tutti e tre i lotti nei quali l’intervento complessivo è articolato. Il che significa che parlare di riapertura, tra tempi tecnici della burocrazia e tempi pratici di cantiere, è certamente prematuro.
Tra le cose da comprendere c’è sicuramente il destino di questo Palazzo, ad oggi, pur se a porte chiuse, sede della Fondazione Marino Marini di Pistoia e del Museo Marini. Il dibattito più accreditato nei mesi scorsi poneva l’accento sulla possibilità di mantenere la sede della Fondazione al Tau, insieme anche al Centro di documentazione. Convertire insomma il Palazzo non tanto a sede museale, quanto a luogo d’incontro, di scambio e di studio, pensando invece alla realizzazione di un museo Marini in stile ‘diffuso’.
Ma con i mutati equilibri in Fondazione e il nuovo cda tutto potrebbe essere ridiscusso. Un ruolo lo giocherebbe poi anche il Chiostro del rinnovato San Lorenzo, dove nell’aprile 2023 il sindaco Tomasi annunciò di voler trasferire il Museo. A quell’annuncio, mai ritrattato ma anzi più volte rilanciato, non ha però fatto seguito la presentazione formale di un progetto museale, il che non ha permesso di dare corpo all’idea agli occhi della collettività.
Infine, a incombere c’è sempre lo spettro della vecchia gestione della Fondazione guidata dall’avvocato Carlo Fernando Carnacini, che anche di recente ha continuato a ribadire la volontà di non volersi arrendere, con particolare riferimento alle opere del Maestro, il cui nucleo più consistente lo si vorrebbe trasferito a Firenze.
linda meoni