All’appello mancano le amministrazioni di Siena, Monticiano, Piancastagnaio: in tutti gli altri trentadue Comuni della provincia, annuncia una nota stampa, ieri è stata esposta la bandiera della Palestina. "Un gesto simbolico. Un gesto necessario a fronte di una drammatica recrudescenza della violenza contro il popolo palestinese", si sottolinea nel documento accompagnato dalle foto dei palazzi con la bandiera palestinese esposta accanto a quelle italiana, europea, del Comune.
Una manifestazione che si accompagna ad altre già messe in piedi con il contributo anche delle amministrazioni comunalui, come la ’Fiaccolata per la Palestina’ programmata per lunedì 18 dalle 21 in piazza Matteotti a Chianciano Terme, con il patrocinio dei dieci enti dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese. Obiettivo dichiarato, "per solidarietà, per chiedere di non vendere armi ad Israele, perché lo Stato italiano si impegni per la pace".
Temi che ritornano nel documento sull’esposizione delle bandiere ai trentadue palazzi comunalui. "Le nostre comunità – si afferma – sono basate sulla tutela delle libertà dei popoli, sul rispetto delle regole umanitarie e sulla promozione della pace, dei diritti umani e della solidarietà. Le istituzioni democratiche negli ultimi mesi hanno voluto rimarcare queste caratteristiche con prese di posizione nette, a partire dal riconoscimento dello stato di Palestina. È necessario determinare una forte pressione internazionale per fermare presto il dramma vissuto da bambini, donne e uomini nella striscia di Gaza".
E quindi ecco che "la bandiera palestinese esposta sui nostri municipi – si afferma – contiene questa volontà e, contemporaneamente, è una condanna per ogni tipo di sistema violento nelle relazioni tra i popoli. Le bandiere sono un modo per dare voce a un popolo martoriato, per rivendicare giustizia, umanità, pace, condannare le scelte scellerate del governo di Israele e, contemporaneamente, affermare che la strada per la pace passa attraverso il riconoscimento da parte del mondo dell’urgenza di rendere realtà la nascita di due Stati che convivano in quei territori".
Per i Comuni, "il presupposto è fermare la guerra, disarmare Hamas, smantellare l’organizzazione terroristica senza cui non ci sarà mai la pace. Non si può rispondere all’orrore con altro orrore. Hamas deve sparire e la guerra deve finire. Condanniamo con forza ogni forma di antisemitismo, così come condanniamo il terrorismo e i suoi sostenitori, compresi i regimi che lo alimentano. Ma oggi il nostro grido va soprattutto a chi soffre, a chi muore, a chi è senza voce. Sosteniamo tutte le donne e gli uomini, israeliani e palestinesi, che ogni giorno si battono per la pace, la convivenza, la giustizia".