
Il proprietario di Diodoro, Marco Tansini, con Tittia insieme al figlio Mattia e. alla. compagna Ilaria
Siena, 4 luglio 2025 – Diodoro, 6 anni, un cavallino made in Siena. Nato all’Arbia. Ha un nome che evoca l’alone dorato che emana il Drappellone di Riccardo Manganelli. "Questo cavallo è proprio d’oro – confessa Marco Tansini, proprietario del baio –, nato nella scuderia di Giovanni. Un cavallo che ha babbo sardo e mamma tedesca proprio come il fantino che stasera (ieri, ndr) l’ha montato. E’ stato un connubio veramente eccezionale. Diodoro impara velocemente, è intelligente. Partendo dal presupposto che la prima volta è sempre più difficile ha dimostrato di essere un grande cavallo. E io sono felicissimo perchè dopo 18 anni ho completato un sogno. E nei sogni bisogna sempre crederci perché si possono realizzare. Io l’ho visto concretizzato".
Ossia correre un Palio...
"Non ho vissuto momenti felici ma complessi. Però ci ho sempre creduto, mettendoci tanta passione e tanto silenzio, stando alle regole del gioco. Così ho fatto. E ho cercato con impegno, dedizione e passione di riuscire ad arrivare a questa gioia che è stata ancora maggiore di quanto potessi immaginare. Perché è successa nella mia Contrada e con il fantino che allena il cavallo. Penso che sia il massimo del risultato che auguro a tutti. Auguro a tutti di avere tenacia e di provare quello che ho sentito. Una gioia indescrivibile per chi ha la passione per i cavalli, per chi è senese e contradaiolo".
La storia di Diodoro?
"E’ nato qui. Il primo anno da puledro, poi ha fatto anche un pochino di ippodromo. Era segnato a Ilaria, essendo nato da loro. Siccome lo faccio per passione e non per visibilità ho chiesto che restasse il suo nome. Non c’era bisogno di mettere il mio nome e cognome ma di avere qualcosa in cui credere. E che potesse realizzare questo sogno così bello per il quale non trovo neppure le parole. Anche perché è stato un percorso che ha visto diventare Giulio (suo figlio, ndr) veterinario. Lui è cresciuto, è maturato e ha concretizzato la sua passione. E’ proprio la chiusura di un cerchio".
Dove avete visto la Carriera con tuo figlio?
"In palco. Perché a me piace vedere e soffrire. Finalmente abbiamo gioito, ero già felicissimo che corresse il palio, poi è stata un’emozione che toccasse alla mia Contrada. Poi Giovanni che conosceva il cavallo che ci ha sempre creduto. E la vittoria. Un grazie anche alla mia famiglia che mi ha sempre assecondato, un grazie a Giovanni".