Paola Tomassoni
Cronaca

‘Ecco come cambierà la nostra Asl’

Intervista al direttore generale Marco Torre: “Sfide complesse che impongono scelte innovative e coraggiose”

direttore generale dell’Asl Sud Est, Marco Torre

direttore generale dell’Asl Sud Est, Marco Torre

Siena, 27 giugno 2025 – “Il Servizio Sanitario Nazionale è chiamato oggi ad affrontare sfide complesse che impongono scelte innovative e coraggiose. La nostra Azienda, che copre oltre il 51% del territorio regionale ma con solo il 22% della popolazione, e un indice di vecchiaia tra i più alti della Toscana, si trova di fronte a una trasformazione necessaria. Vogliamo metterci a nudo e guardare in faccia i problemi: è il momento di unirci, valorizzare le buone pratiche e costruire insieme il futuro. Le leve del cambiamento saranno le persone, con una leadership diffusa e nuove competenze integrate; l’uso strategico dei dati, essenziali per orientare le decisioni; e la trasformazione digitale, come strumento concreto per migliorare l’accesso e la qualità delle cure”.

La premessa è del direttore generale dell’Asl Sud Est, Marco Torre, ad annunciare il primo appuntamento, oggi pomeriggio all’hotel Etrusco di Arezzo, del ’Cantiere Sanità’, un progetto di partecipazione e costruzione identitaria dell’Azienda sanitaria da cui dovrà uscire il nuovo Piano strategico aziendale.

A 10 anni dalla nascita dell’Asl unica della Toscana Sud, la sanità territoriale va in cantiere.

“Lo status quo è quello di un’Azienda eccellente, soprattutto nelle performance, a partire dalle liste di attesa. Ma il mondo sta cambiando e anche la sanità deve adattarsi, innovare per garantire i tanti servizi avviati e rendere la sua attività sostenibile, oltre che coerente con i bisogni del territorio. Partiamo da quello che c’è, che stiamo facendo, per andare avanti e migliorare. Lo faremo con un progetto di partecipazione e condivisione pensato per costruire, insieme a tutto il personale aziendale, un nuovo modello organizzativo fondato sulla medicina del valore. Una trasformazione che mette al centro equità, esiti e appropriatezza”.

’Un’Azienda, mille voci, un’unica visione’ è il target ma anche il modus operandi del ’cantiere sanità’.

“In questa prima fase andiamo a coinvolgere il personale: dapprima con una survey, per chiedere come vedono e vorrebbero vedere la loro azienda; a seguire apriremo per tre mesi una call for ideas, per raccogliere proposte, sulle quali sarà costruito il Piano strategico. Certo allargheremo la partecipazione ai sindaci e stakeholder”.

Quale è lo status quo Asl?

“La realtà sociale poggia su 830mila abitanti-utenti e un territorio per estensione uguale a metà regione. Con popolazione sempre più anziana e natalità sotto la media; patologie croniche che assorbono risorse; mancanza di personale, soprattutto in alcune specialistiche, come la radiologia e la medicina dì emergenza-urgenza che a fronte di una necessità di cento medici ora può assumerne sei; e la medicina generale deve essere inquadrata nelle Case di comunità, senza abbandonare i piccoli borghi”.

E quale l’obiettivo?

“Il cantiere parte da ciò che c’è, le persone e il loro senso di appartenenza; ma anche i pazienti di cui dobbiamo soddisfare i bisogni. Sono due i modelli su cui lavorare: la medicina del valore, ovvero investire risorse dove servono, quindi percorsi uniformi per patologia. Poi un modello organizzativo non appiattito sul sistema gestionale, sui capi. Non ci sono più risorse, economiche e personale, per garantire tutti i servizi in ogni territorio: é l’ora del coraggio e di puntare sui servizi che servono e sulle reti cliniche. L’innovazione tecnologica può essere la strada: penso alla digitalizzazione, al fascicolo elettronico e cartella clinica unica, alla telemedicina che sopperisce alla mancanza di specialisti nei presidi più remoti. È il concetto dell’ospedale virtuale che taglia le distanze e le mancanze. Non si può fare tutto ovunque, ma ’accendere’ la sanità territoriale laddove serve, ovvero riorganizzare i servizi in modo mirato, su percorsi di cura che partono dal territorio e sono integrati con la rete ospedaliera”.