
I carabinieri hanno scoperto il polacco in un’azienda di Castiglione d’Orcia (foto archivio)
di Massimo CherubiniNuovo capitolo (sarà l’ultimo?) della lunga storia di Saluk Marcin, il polacco che per anni ha imperversato ad Abbadia San Salvatore e nei paesi dell’Amiata. E’ stato scovato mentre lavorava, in prova, in un’azienda di Castiglione d’Orcia. Una casualità legata ad un controllo dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro. Nella verifica dei dipendenti i militari hanno interrogato i terminali su Saluk Marcin. Ed è emerso che non poteva trovarsi in Italia perché colpito da una ordinanza di espulsione fino al prossimo anno. I carabinieri hanno quindi proceduto al fermo del 45enne che ieri mattina è stato processato per direttissima. Partiamo dalla sentenza: condanna di Saluk a dieci mesi di reclusione convertiti, come prevede la legge, con il provvedimento immediato di allontanamento. Saluk è stato accompagnato, sotto scorta, a Milano Malpensa per essere messo sul primo volo che lo ha riportato in Polonia. Per cinque anni non potrà rientrare in Italia. In pratica il primo provvedimento, che scadeva il prossimo anno, è stato così allungato.
Tornando al processo per direttissima di ieri mattina la prima decisione del giudice è stata quella della non convalida dell’arresto (la violazione dell’espulsione di un cittadino comunitario è perseguibile per legge ma non prevede l’arresto). Quindi il processo è entrato nel vivo con il pm che, al termine del dibattimento, ha chiesto il massimo della pena: due anni di carcere sostituiti con provvedimento di allontanamento. La difesa era sostenuta dall’avvocato Giulia Salvini, che ha sostituito in udienza perché impegnato in altro procedimento, l’avvocato Alessandro Betti legale di sempre di Saluk Marcin. La linea della difesa è legata ad una precedente detenzione del polacco per un accumulo di condanne. Arrestato quando aveva violato il primo provvedimento di allontanamento. Uscito dal carcere Saluk è tornato uomo libero. Nessuno gli ha "ricordato" che il provvedimento di allontanamento era ancora valido così lui, per cinque mesi, si è sentito uomo libero. Sì era già reso responsabile di un primo episodio (danni a una struttura pubblica) con relativa denuncia. Ma era rimasto libero fino al punto che aveva iniziato a lavorare. Questo capitolo della vicenda si è chiuso l’altra mattina con l’accertamento dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.