CRISTINA GUALA
Cronaca

Negli abiti una storia. Emozioni e ricordi grazie alla sfilata di vestiti da sposa usati

E’ stato come sentire vicine persone oggi lontane o che non ci sono più. L’iniziativa nell’ambito dell’evento “Bianca gioia sotto la Torre”.

E’ stato come sentire vicine persone oggi lontane o che non ci sono più. L’iniziativa nell’ambito dell’evento “Bianca gioia sotto la Torre”.

E’ stato come sentire vicine persone oggi lontane o che non ci sono più. L’iniziativa nell’ambito dell’evento “Bianca gioia sotto la Torre”.

Ci sono abiti che raccontano una storia, fatta di gioie e di lacrime, di emozioni e di ricordi. Abiti parlanti che nello scenario della sfilata di vestiti da sposa che si è svolta ad Arcola (nell’ambito dell’evento ’Bianca gioia sotto la Torre’), ideata da Liliana Calzolari, hanno lasciato un segno indelebile, hanno scritto pagine di vita. Tre abiti in particolare hanno potuto parlare tramite i protagonisti che li hanno indossati, perché non erano fatti solo di stoffa, ma di cuore.

Matteo Agostinelli in coppia con la moglie ha potuto indossare l’uniforme del Cavaliere Emilio Merlo che lontano da anni, ora a Ciampino, ha voluto essere presente alla manifestazione, che è stata parte integrante della kermesse organizzata dal Comune, “Bianca Gioia sotto la torre”. Qualche giorno prima Merlo ha inviato una lettera alla Calzolari, definendosi simpaticamente “un arcolano in esilio”, chiedendo espressamente di voler far parte della manifestazione che lo avrebbe fatto sentire vicino ai suoi arcolani, e ha inviato la sua divisa della Marina Militare, indossata poi egregiamente da Agostinelli.

Una storia diversa l’ha raccontata l’abito di Mamma Dina datato al 1947. E’ il desiderio esaudito di una persona molto cara a tutti e che non c’è più, Emilia Elisabetta Stagnari, strappata alla vita poco tempo fa e che avrebbe voluto vedere sfilare l’abito della sua mamma novantenne. Liliana Calzolari ha voluto realizzare questo desiderio che ha unito tutti gli arcolani nel ricordo di un’amica scomparsa e ancora fortemente amata. E c’è stata una grande emozione per il terzo abito “parlante” Un vestito da sposa del 1959 indossato per l’occasione dalla giovane Martina Binetti esempio di eleganza e raffinatezza appartenuto alla madre di Giuliano Salluzzo. Per tutti rivedere quegli abiti è stato come sentire più vicine quelle persone lontane o che non ci sono più ma hanno lasciato un segno.

Cristina Guala