Siena, 6 settembre 2025 – “Nel 2012, dopo un lungo periodo tra estero e Verona, ho deciso di tornare a Siena, come medico ospedaliero, per un progetto che coltiverò per tutta la mia vita, quello di costruire un gruppo unito, eccellente ed innovativo. La mia terra è la campagna nei dintorni di San Gimignano, dove sono cresciuto e vive la mia famiglia, ma mi sento a casa ovunque sono riuscito a far parte di un gruppo: Londra, Baltimora, Los Angeles o in un piccolo ospedale rurale del Kenya”, inizia con un racconto personale il professor Marco Mandalà, direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’ospedale Le Scotte, il viaggio in questa specialistica eccellente a Siena e protagonista da anni anche di missioni in Africa.
Prima di tutto, come si trattengono, o attirano, le eccellenze in un’azienda sanitaria?
“La risposta più ovvia sono le possibilità di carriera, il supporto clinico ed amministrativo e la qualità di vita. Le ambizioni di carriera accademica sono ottimali grazie alla programmazione dei ruoli condivisa di Unisi e AouS ed il sostegno finanziario di quest’ultima per il reclutamento universitario. Il mio passaggio da medico ospedaliero ad universitario è avvenuto proprio così. Personalmente credo che il principale motivo che rende un’azienda sanitaria attrattiva o lega la storia di un medico ad essa sia il gruppo che l’azienda crea intorno e con il professionista”.

Venendo alla specialistica qual è la situazione delle liste di attesa, sia ambulatoriali che chirurgiche?
“Nel 2024 abbiamo effettuato oltre 25mila prestazioni ambulatoriali e più di 1.700 interventi chirurgici. Nel 2024, i giorni di attesa medi per una prima visita sono stati di circa 9 giorni con un costante miglioramento che ha portato tale dato a 3 giorni nel periodo giugno-dicembre. Un paziente che prenota una prima vista otorinolaringoiatrica effettua contestualmente tutti gli esami specialistici necessari (esame dell’udito, vestibolare, endoscopia, etc.), senza dover prenotare un nuovo accesso”.
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E’ stato più volte in missione per sostenere strutture sanitarie di Paesi in via di sviluppo?
“Le missioni in Kenya, Congo, Nigeria e Ghana sono iniziate grazie ad un altro gruppo fantastico di cooperazione. Ad oggi, l’Uoc Otorinolaringoiatria con tutto il suo personale (medici, infermieri, tecnici) effettua circa 5 missioni umanitarie l’anno. Queste esperienze completano il professionista sanitario emotivamente, umanamente e nelle capacità di affrontare le difficoltà sorridendo. Il termine cooperazione è sicuramente il più corretto, ed in missione si riceve sempre più di quello che diamo”.

Siete molto attivi nella collaborazione con l’Asl sud est: quali sono i vantaggi?
“Da quando dirigo la Uoc Otorinolaringoiatria abbiamo sempre collaborato attivamente con l’Asl Sud Est ed alla fine, grazie all’importante sforzo aziendale per ’gettare ponti’ ed oggi siamo un vero gruppo allargato che è cresciuto insieme. Quando penso alle difficoltà e critiche iniziali a questa collaborazione, oggi vedo solo professionisti migliori che si sostengono”.
Nella sua struttura giungono pazienti anche da fuori regione a curarsi e professionisti dall’estero per formarsi.
“Il motivo di questo successo è di nuovo il gruppo, la voglia di innovare ed il clima che si respira. Per esempio, l’impianto cocleare in anestesia locale e robotico per la sordità è nato dal gruppo, così come il laboratorio di dissezione di Unisi per formare chirurghi. Come aneddoto vi dico che ci chiamiamo informalmente la ’Compagnia dell’Orecchio’”.
L’AouS è impegnata in varie sfide: masterplan, umanizzazione delle cure, rinnovamento tecnologico. Incidono sul suo lavoro?
“Tutte queste importanti sfide sono fondamentali per un professionista. Ritengo la caratteristica più rilevante dell’AuoS la capacità di innovare che le racchiude tutte”.