Biffoni, sindaco di Prato: "Sul terzo mandato non capisco il mio Pd. La Lega è più coerente"

L’amministratore dem: "Mi auguro che la segreteria ascolti la nostra voce. Deciderà la direzione, io farò le mie considerazioni. Potrebbero essere critiche". Nuove tensioni in maggioranza. FdI: "Nessuno è eterno, neanche Zaia"

Matteo Biffoni, sindaco di Prato (Imagoeconomica)

Matteo Biffoni, sindaco di Prato (Imagoeconomica)

Prato, 15 febbraio 2024 – Sindaco Biffoni, lei governa Prato da dieci anni ed è arrivato alla fine della sua esperienza. Non si può ricandidare. Con Anci nazionale e regionale sta facendo una battaglia, da tempo, per abolire il limite dei due mandati. Perché sarebbe giusto per tutti i sindaci e non solo per chi governa paesi entro i 15mila abitanti? "La domanda la faccio io: perché no? Io non l’ho capito. In Europa nessun Paese, con pochissime eccezioni (Portogallo e Polonia, ndr ), ha limiti per i sindaci. Quindi ripeto la domanda: perché solo in Italia?". Verrebbe da dire perché n emmeno il Pd, il suo partito, sembra volere il terzo mandato che ha invece proposto la Lega. Fra i dem c’è un’accesa discussione in corso: che cosa ne pensa? "Per me è una battaglia di democrazia che avrei fatto anche se non fossi alla fine del mio mandato e devo dire che la Lega è stata coerente. La segreteria farà le sue valutazioni, lunedì c’è una Direzione dove si parlerà anche di questo. Io sono convinto di essere dalla parte del giusto. Quando ti eleggono i cittadini non c’è nessun problema per la democrazia, perché non c’è giudizio migliore di quello della gente. Mi auguro che la segreteria ci ascolti, perché la mia è la posizione, all’unanimità, di tutti i sindaci d’Italia che si sono espressi attraverso l’Anci. Onestamente farei un po’ fatica ad accettare una posizione diversa". E come pensa di convincere, nel suo partito, i contrari? "Ricordando che i sindaci sono coloro che hanno tenuto in piedi questo Paese, facendo spesso da parafulmine quando la politica non ha saputo ascoltare i cittadini. Siamo stati in prima linea con il Covid, noi in Toscana durante l’alluvione, la gente chiama noi se ci sono problemi con gli autobus, se non trova lavoro, se si rompe una tv all’ospedale. La nostra è una categoria che va difesa, perché senza di noi viene giù tutto. Il Paese scommetta di più sui sindaci". Secondo lei di che cosa ha paura il Pd, perché non ha seguito subito i suoi sindaci? "Capisco che ci siano sensibilità diverse, ma è la stessa domanda che mi faccio io. Ripeto: perché no al terzo mandato?". Si potrebbe dire: facile fare la battaglia quando si è in scadenza. "Ma a me andrebbe bene anche se la riforma arrivasse fra due anni. Non lo faccio per me, ma per dare soddisfazione a tanti sindaci di città medio piccole". Ha considerato la possibilità che magari passi il terzo mandato solo per i governatori e non per i sindaci? "Sarebbe veramente naïf, a quel punto avremmo una riforma impossibile da capire". Se il Pd, e il Parlamento, dicessero no come reagirebbe? "Mi dovrebbero spiegare qual è il problema. Non riesco a capire perché la sindaca di Lille o il sindaco di Wangen, città gemellata con Prato, abbiano già fatto tanti mandati e noi invece dobbiamo fermarci a due. Non mi pare che Francia, Germania o Spagna siano democrazie incompiute. Allora mettiamo il limite di due mandati per tutto, perché deve valere solo per i sindaci di città da 15mila abitanti in su? Quanto al Pd, sono un uomo di partito, le battaglie si vincono e si perdono. Il partito farà le scelte che vuole, resterà comunque casa mia. Anch’io però farò le mie considerazioni. E potrebbero essere molto critiche". Se invece arrivasse il sì si ricandiderebbe a Prato? "Sono a disposizione, ma toccherebbe al partito fare una scelta. Ci sono splendide candidature con caratteristiche diverse. Se arrivasse il sì al terzo mandato ci sarebbe una valutazione in più da fare. Intanto stiamo facendo un percorso chiaro, abbiamo sempre detto che la scelta sarebbe arrivata a fine mese".