SILVIA BINI
Cronaca

Un bimbo figlio di due mamme. Il Comune di Montemurlo riconosce Niccolò: è il primo

Sharon e Giulia sono unite civilmente e hanno fatto ricorso alla procreazione assistita all’estero. Accolta la sentenza della Corte costituzionale. Il sindaco Calamai: "Un atto di civiltà".

Sharon Sabatino, Giulia Berti e Niccolò

Sharon Sabatino, Giulia Berti e Niccolò

Il primo bambino figlio di due mamme riconosciuto a Montemurlo. Il Comune ha accolto la sentenza della Corte Costituzionale numero 68 del 2025 e ieri mattina ha riconosciuto Niccolò come figlio di Sharon Sabatino e Giulia Berti, unite civilmente. Secondo la Corte, infatti, entrambe le madri di una coppia omogenitoriale, possono riconoscere i figli alla nascita, quindi i bambini nati grazie alla procreazione medicalmente assistita all’estero possono essere iscritti all’anagrafe come figli di due madri.

Il Comune di Montemurlo, di fronte alla richiesta della coppia, ha provveduto al riconoscimento del piccolo, nato qualche giorno fa all’ospedale Santo Stefano di Prato. Grande la felicità delle due donne che ora saranno a tutti gli effetti entrambe mamme di Niccolò, madre biologica e madre intenzionale. "Il riconoscimento di Niccolò è stata una grande emozione e sono felice che Sharon e Giulia abbiano voluto condividere pubblicamente questo momento – ha detto il sindaco Simone Calamai –. Ogni famiglia deve avere la libertà di esistere, ogni bambino quella di essere riconosciuto. Nell’interesse della centralità del minore, questo riconoscimento è un passaggio di civiltà per garantire al bambino il diritto ad avere la tutela di entrambi i genitori".

Oggi anche a Montemurlo dunque le madri intenzionali non dovranno più affrontare lunghi iter di adozione per ottenere il riconoscimento legale dei propri figli, nati grazie alla procreazione medicalmente assistita realizzata all’estero. Questi bambini avranno due madri e potranno essere iscritti all’anagrafe come figli di entrambe. Il sindaco Calamai ha poi voluto ringraziare il segretario comunale e il personale dell’ufficio anagrafe del Comune per l’impegno e la disponibilità dimostrata per attuare una procedura che ancora non è disciplinata formalmente.