
Dal primo maggio è entrata in funzione la riorganizzazione del trasporto sociale, che fino ad oggi è stato gratis per tutti
Lo sbarramento dei 43mila euro di Isee come discrimine per continuare a usufruire gratuitamente del trasporto sociale per disabili e anziani non autosufficienti con problematiche socio sanitarie riconosciute si è abbattuto come un macigno su molte famiglie dell’area pratese.
Una novità introdotta dalla Società della Salute Area Pratese, che ha giustificato il cambiamento con due motivazioni: da un lato, la necessità di una distribuzione più equa del servizio, favorendo lo scorrimento delle liste d’attesa; dall’altro, le difficoltà di bilancio e la gestione di risorse sempre più limitate.
Secondo quanto previsto dalla recente delibera della SdS, le famiglie con Isee superiore ai 43mila euro dovranno farsi carico interamente del costo del trasporto per i propri cari verso i centri diurni di cura e presa in carico. Un cambiamento che, come ampiamente previsto, ha generato disagi, proteste e preoccupazioni, oggetto anche di confronto pubblico nelle scorse settimane tra l’assessore e presidente della SdS, Sandro Malucchi, e l’opposizione, con la consigliera comunale Rita Pieri che ha lanciato l’allarme.
"Tra le ipotesi discusse – racconta Silvia, cognata di una donna del 1981 con deficit mentale – c’era anche quella di una compartecipazione a prezzi calmierati da parte delle famiglie. Oggi ci chiedono 18 euro al giorno per il trasporto di mia cognata da Bacchereto al centro diurno ’Il Girasole’ di Prato: si parla di oltre 400 euro al mese. Cosa le rimane della sua pensione?"
Silvia e suo marito, tutore legale della sorella dopo la morte della madre, hanno deciso di accoglierla in casa, trasferendosi in un’abitazione più adeguata alle esigenze di una famiglia allargata. "Mio suocero è anziano e non può seguirla. Noi lavoriamo entrambi e non possiamo essere presenti quando lei rientra dal centro diurno, dove dovrebbe stare dalle 8.30 alle 16.30".
“Dovrebbe”, perché il trasporto sociale, spiega Silvia, "non è sempre puntuale: ci sono stati giorni in cui è arrivata al centro anche due ore dopo l’orario previsto". La famiglia non ha presentato l’Isee, come richiesto, e ha ricevuto una comunicazione direttamente dalla Misericordia, che offre il servizio per quella zona: "Dal primo maggio ci è stato detto che il trasporto costerà 18 euro al giorno, senza che vi fosse prima una comunicazione ufficiale dalla SdS".
Silvia sottolinea: "Noi non chiediamo che il servizio sia gratuito, ma che la tariffa sia equa, proporzionata alla distanza e alla pensione della persona. Per noi è stata una beffa: ci siamo trasferiti a Bacchereto proprio perché ci garantivano il trasporto e l’inserimento al centro diurno". Ma non è tutto. Silvia aggiunge un’ulteriore preoccupazione: "Mia cognata è inserita nel progetto ’Dopo di noi’ a Poggio a Caiano, ma da tempo non riceviamo più notizie. Eppure abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare".
Sara Bessi