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Prato, ora è allarme per le discariche abusive di scarti tessili: “Centinaia di tonnellate in giro”

La procura di Prato pone l’accento su un sistema illegale rodato, con trasportatori irregolari che svolgono il “servizio” per alcune aziende. Tescaroli: “Servono strumenti tecnologicamente più avanzati per il contrasto al fenomeno”

Il problema degli scarti tessili è sempre più grave a Prato. La procura lancia l'allarme

Il problema degli scarti tessili è sempre più grave a Prato. La procura lancia l'allarme

Prato, 18 giugno 2025 – L'abbandono e lo smaltimento illecito di rifiuti tessili nell'area pratese ha assunto proporzioni allarmanti: nel solo 2024 sono state accertate 819 tonnellate di rifiuti trattati illegalmente, mentre nei primi quattro mesi del 2025 si è già toccata quota 252. A denunciarlo, con un comunicato, è il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, che sottolinea come, nonostante le gravi carenze di risorse e strumenti tecnologici, l'azione repressiva della Procura abbia prodotto risultati significativi.

Secondo i dati forniti da Alia Servizi Ambientali e le risultanze dei procedimenti giudiziari in corso, il fenomeno ha registrato un'impennata impressionante rispetto agli anni precedenti. Nel 2023, infatti, i quantitativi abbandonati si fermavano a 154 tonnellate.

Se il trend del 2025 proseguirà con lo stesso ritmo, si potrebbe nuovamente sfiorare la soglia delle 800 tonnellate annue. La situazione più critica si riscontra nel comune di Prato, dove si è passati da 150 tonnellate nel 2023 a 752 nel 2024, e 234 tonnellate solo nei primi quattro mesi del 2025. Particolarmente problematica l'area di via Brugnani, ribattezzata dagli inquirenti la ''terra del fuoco di Prato'', dove vengono sistematicamente dati alle fiamme cumuli di rifiuti tessili. Le forze dell'ordine hanno rilevato la presenza di almeno una decina di bracieri, ma l'identificazione dei responsabili si scontra con un ostacolo tecnologico: le fototrappole dotate di led infrarossi vengono facilmente individuate e schivate dagli autori degli incendi. In un caso documentato, un uomo con due taniche è fuggito appena ha notato il dispositivo.

Dietro al fenomeno si cela un sistema radicato: i rifiuti provengono in larga parte da imprese tessili del pronto moda, spesso gestite da cittadini cinesi originari delle province del Fujian e dello Zhejiang. Il trasporto è affidato a operatori abusivi, non iscritti all'Albo Nazionale Gestori Ambientali, che raccolgono e smaltiscono i materiali in modo illecito, spesso semplicemente abbandonandoli su terreni agricoli o ai margini di strade secondarie.

Altri comuni coinvolti includono Carmignano (da 1 tonnellata nel 2023 a 20 nel 2024), Calenzano (da 0 a 19 tonnellate), Montemurlo e Poggio a Caiano, quest'ultimo con un dato particolarmente allarmante rispetto alla piccola estensione del territorio: 19 tonnellate nel 2024, a fronte dei soli 6 km² di superficie. Gli interventi sono stati condotti dal gruppo Ambiente della Procura con il supporto della Polizia locale, dei Carabinieri Forestali, del Dipartimento Arpat e dell'Unità di polizia giudiziaria ambientale. Le indagini hanno portato a numerosi sequestri, come quello di un'area nei pressi del torrente Filimortula, dove sono stati trovati 55 tonnellate di rifiuti tessili stoccati illegalmente.

Tuttavia, la procura di Prato rilancia l'allarme: "Per agire in maniera più efficace, servono strumenti più sofisticati, come telecamere prive di led infrarosso, fondamentali per non allertare chi compie questi reati". La richiesta è già stata presentata in sede istituzionale e riguarda in particolare il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale dei Carabinieri (Nipaf) e le polizie municipali. "Informare la cittadinanza sulla presenza e la capacità d'intervento delle istituzioni - conclude Tescaroli - è parte essenziale della nostra azione. Ma senza investimenti concreti in uomini e tecnologie, il fenomeno rischia di sfuggire al controllo".