REDAZIONE PRATO

Ricatto a luci rosse. Loggia del Sagittario. La procura acquisce l’elenco degli affiliati

Proseguono nel massimo riserbo le indagini sulle lettere anonime inviate a Cocci (FdI), che ha ammesso l’adesione alla massoneria. I reati al vaglio sono diffusione di immagini e video senza consenso e diffamazione.

Proseguono nel massimo riserbo le indagini sulle lettere anonime inviate a Cocci (FdI), che ha ammesso l’adesione alla massoneria. I reati al vaglio sono diffusione di immagini e video senza consenso e diffamazione.

Proseguono nel massimo riserbo le indagini sulle lettere anonime inviate a Cocci (FdI), che ha ammesso l’adesione alla massoneria. I reati al vaglio sono diffusione di immagini e video senza consenso e diffamazione.

PRATOIl caso del ricatto a luci rosse ai danni Tommaso Cocci, ex capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale e candidato alle elezioni regionali di ottobre, è da diversi mesi al centro delle indagini serrate, coordinate dalla Procura di Prato diretta dal procuratore capo Luca Tescaroli.

I reati ipotizzati sui quali la Procura sta svolgendo accertamenti mirati sono "diffusione di immagini e video sessualmente espliciti senza consenso dell’interessato e di diffamazione", come fa sapere il procuratore in una nota stampa.

Un’inchiesta che è nata dalla denuncia dello stesso Cocci, presentata nei mesi scorsi, alla Digos pratese, partendo dal contenuto di lettere anonime con minacce chiare e riferimento alla vita privata del politico e avvocato 34enne. Due i plichi ricevuti in forma anonima (uno a fine gennaio e l’altro ad aprile) e fatti circolare anche ai vertici di Fratelli d’Italia. "Se continui a fare politica ti distruggiamo la vita" una delle minacce, accompagnata da accuse anche gravissime come festini con minori e uso di droghe. Dunque, Cocci è vittima di un caso di revenge porn e di diffamazione, giunto sulle pagine di un quotidiano nazionale a pochi giorni dalla chiusura delle liste elettorali e a mese e dodici giorni dalla chiamata alle urne.

Nel respingere le accuse infamanti contenute nelle lettere di minacce, come abusi su minori, uso di sostanze stupefacenti, Cocci ha fatto un’ammissione rispetto a quanto scritto nelle missive. L’ammissione riguarda la sua affiliazione da dodici anni alla loggia massonica del Sagittario di via Lazzerini che fa riferimento alla Gran Loggia d’Italia. Cocci ha confermato di aver rivestito il ruolo di segretario all’interno della loggia del Sagittario, loggia che prevede anche la presenza delle donne. Ma allo stesso tempo, Cocci ha precisato di "essere in sonno dal mese di giugno". In questi giorni la Procura di Prato ha acquisito gli elenchi degli affiliati alla loggia Sagittario di Prato-valle del Bisenzio, parte della Gran loggia Alam (Antichi liberi accettati muratori), già citata nell’inchiesta per corruzione sull’ex sindaca Pd Ilaria Bugetti e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci (fino al 2020 maestro), e ora di nuovo sotto i riflettori per il caso dell’ex capogruppo di FdI informazione riferita dal giornale ’La Repubblica’ di ieri e non smentita. Cocci è andato ’in sonno’ da giugno, ovvero da quando l’ex sindaca è stata travolta dalla nota inchiesta per corruzione, condotta dalla Dda di Firenze, che ha portato alle sue dimissioni. Le attuali indagini, come si evince dal comunicato della Procura, "per la loro delicatezza, anche tenendo conto del periodo elettorale, esigono il massimo riserbo": le investigazioni sono sulel denunce presentate da Cocci e da altri esponenti politici. Al momento, infatti, non è ancora dato di sapere se il fascicolo aperto dalla Procura sia a carico di ignoti o ci siano nomi e cognomi, ma non si esclude che ci potrebbero essere novità su questo fronte. "Si rappresenta – scrive ancora il procuratore – che la responsabilità dei soggetti ritenuti responsabili dovrà essere vagliata nelle successive fasi del procedimento". Gli inquirenti, intanto, stanno continuando a lavorare alacremente "per accertare la verità" su una vicenda che ha scosso nell’ultimo sabato di agosto la città e le fila del centrodestra. Otto mesi di sofferenze per Cocci che, nonostante tutto, animato dal suo amore per la politica e per la sua città, Prato, ha deciso di non lasciarsi intimidire ed andare avanti con con il suo impegno politico e sociale. Il ricatto di cui parla anche nel video pubblicato sui suoi social nel tardo pomeriggio di sabato, è legato ad una foto intima inviata dopo essere stato adescato on line. "Un caso di revenge porn all’interno di un tentativo di estorsione. Ma non ho voluto cedere ai ricatti, ho denunciato e sono andato avanti. Non ne ho parlato pubblicamente per non inficiare le indagini", dice Cocci. Nella lettera ricevuta ad aprile scorso al suo studio legale c’erano all’interno un’immagine intima rubata e altre, invece, frutto di fotomontaggi. La minaccia: "Dimettiti o facciamo sapere a tutti queste cose". Quali? Accuse di "festini", "uso di droga", "affiliazione alla massoneria". Tutto sarebbe partito, secondo quanto riferito da Cocci agli investigatori, da un adescamento online che si sarebbe rivelato una trappola. "Quella foto purtroppo è vera – ha avuto modo di dire Cocci all’Ansa – Ho fatto una sciocchezza, ma non mi faccio ricattare". E nel riannodare settimane complesse di un’estate più che rovente, torna in mente l’incendio di una auto parcheggiata in una via del centro a pochi numeri civici di distanza dall’abitazione di Cocci: che sia soltanto una coincidenza?

Sara Bessi